Più 25 per cento di espositori esteri presenti negli stand della Fiera, delegazioni commerciali selezionate da 58 paesi, operatori professionali in arrivo da ben 140 nazioni, un progressivo aumento del numero totale delle ditte partecipanti che raggiunge quota 4320. Si presenta già come un’edizione da record quella di Vinitaly 2018, la più importante fiera al mondo (per metri quadrati e presenze) dedicata al settore del vino e dei distillati (a Verona dal 15 al 18 aprile)
Obiettivo dichiarato della kermesse, giunta alla cinquantaduesima edizione, è quello di essere sempre più una piattaforma per gli affari delle aziende comparto, e consolidare la propria posizione come punto di riferimento per il business degli espositori stranieri.
“Sempre più aziende estere si stanno accorgendo delle opportunità che Vinitaly mette in campo” ha dichiarato durante un incontro con la stampa Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere. “Dagli Stati Uniti sono sempre più presenti importatori e distributori, anche dagli Stati più interni. Il Canada è a Vinitaly con una delegazione dei rappresentanti dei principali monopoli provinciali canadesi di vino. Dalla Russia sono state scelte due tipologie di buyer: importatori top con fatturati alti e aziende di dimensione più piccole. Per gli operatori provenienti dalla Cina, ci siamo concentrati su città di prima fascia come Pechino e Shanghai, ma abbiamo coinvolto anche aziende provenienti da città di seconda e terza fascia (come Chengdu e Foshan”.
A due settimane dall’inizio della fiera, fanno notizia i dati emersi dallo studio «Il futuro dei mercati, i mercati del futuro» di Vinitaly-Nomisma Wine Monitor. Da questa interessante indagine, emerge ad esempio che il mercato delle bollicine in Italia è aumentato del 240 per cento, contro una media mondiale del 50 per cento: crescita, questa, dovuta soprattutto al grande successo del Prosecco, e destinata a continuare anche nei prossimi anni (anche se presumibilmente non agli stessi ritmi).
Dall’analisi dei mercati nel decennio 2007-2018, emerge che l’esportazione dei vini italiani è cresciuta del 69 per cento (trentuno miliardi di euro l’anno il suo valore) e si è spostata verso paesi più lontani, e che il nostro vino è leader in sedici mercati mondiali.
Gli Stati Uniti si confermano il principale mercato della domanda mondiale, in particolare per la Francia (+14,3 per cento a 1,6 miliardi di euro) e l’Italia (+3,6 per cento a 1,4 miliardi di euro); volano i partner asiatici e rallentano quelli europei. E nell’Unione Europea si colloca oltre il 50 per cento (3 miliardi di euro) del totale del commercio italiano di vino nel mondo: un’incidenza più alta rispetto alla Francia che vende nel Vecchio Continente il 41 per cento del suo prodotto. Nella geografia delle esportazioni dei 2 Paesi leader, la Francia accelera ancora in Asia – che rappresenta ormai il 27 per cento delle vendite globali transalpine (a 2,45 miliardi di euro) – mentre per l’Italia la stessa area vale il 7 per cento dell’export, a 419 milioni di euro. Mercati internazionali che Vinitaly presidia tutto l’anno attraverso le iniziative di Vinitaly International in Russia, USA, Cina, Hong Kong e della Vinitaly International Academy nei medesimi Paesi.