È sconcertante il cedimento strutturale di Andrea Orlando e della leadership del Partito democratico di fronte al tentativo di smontare lo stato di diritto orchestrato dal Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, meglio noto in Sicilia occidentale come Fofò Dj. «Stiamo rivoluzionando la giustizia italiana», ha detto il satiro danzante di Mazara del Vallo, confermando l’interruzione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado e il sorteggio uno-vale-uno per il Csm. Nel vertice di Palazzo Chigi tra Cinquestelle e Pd, ospiti del premier Giuseppe Conte, tra le altre cose non è stata affrontata la questione delle intercettazioni che pure negli anni scorsi è stata una battaglia dell’Andrea Orlando Guardasigilli.
È vero che si tratta di norme già approvate senza la complicità del Pd, anzi con la sua opposizione parlamentare, ma proprio per questo c’è da chiedersi che cosa distingue il governo «Conte come Bearzot», secondo la grottesca definizione dell’entusiasta piddino Francesco Boccia, dal precedente Conte a trazione cuore immacolato di Maria.
Orlando e il Partito democratico si sono limitati a esprimere qualche vago dubbio sull’estrazione a sorte dei membri del Csm e a sterilizzare la questione prescrizione con una successiva legge delega per dimezzare i tempi dei processi, come se i tempi si potessero dimezzare per legge. Abolire la prescrizione dopo il primo grado di giudizio significa sequestrare a vita gli indagati, col paradosso che un imputato assolto con la sentenza di primo grado anziché uscire definitivamente dal processo, come sarebbe sensato, potrebbe rimanere sotto inchiesta per sempre.
La ragionevole durata dei processi e la prescrizione sono principi non negoziabili per una forza democratica. Il presidente delle Unione delle Camere Penali Giandomenico Caiazza ha anche spiegato che la riforma della prescrizione «è una bomba atomica che decuplicherà i tempi dei processi», altro che dimezzare i tempi. Saremo tutti cittadini colpevoli in attesa di essere scoperti, secondo la visione cara a Piercamillo Davigo. Non è finita. Ci sono le continue invocazioni al carcere per gli evasori fiscali, anche da parte di Giuseppe Conte, a rendere la «riforma epocale» di Bonafede il primo vero tentativo di sostituire le antiche massime giuridiche su cui si basa da sempre lo stato di diritto con la galera, i brocardi con Bracardi.
Il Pd e Italia Viva non possono esserne complici, anzi devono rafforzare le difese immunitarie della Repubblica. Il cedimento di Orlando, l’incomprensibile adesione di Renzi all’ipotesi di sorteggio per il Csm e l’incredibile decisione del Pd umbro di imporre una penale da 30 mila euro ai consiglieri regionali che cambiano casacca dimostrano invece che il contagio è in atto. Urge antidoto. Urge stimolare gli anticorpi per evitare il contagio.
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