Alluvioni, uragani e ondate di calore, con incendi e frane stanno presentando un conto davvero salato perché nell’arco di 50 anni il costo dei danni che provocano è aumentato di 20 volte, al lordo dell’inflazione e dell’aumento della ricchezza. Al netto di questi fattori, basati su dati grezzi, nella realtà i costi sono raddoppiati. Il dato arriva dalla ricerca pubblicata sulla rivista dell’Accademia delle Scienze americana, Pnas, e condotta fra Italia e Stati Uniti, da Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Dipartimento di Eccellenza EMbeDS (Economics and Management in the era of Data Science) di Milano e Pennsylvania State University.
“I dati partono da stime monetarie, ma facendo comparazioni nel tempo e nello spazio è necessario capire quanto di questo aumento sia dovuto al fatto che oggi gli edifici sono più numerosi e relativo al valore dei beni”, ha spiegato Marco Coronese, dottorando della Scuola Superiore Sant’Anna e primo autore della ricerca condotta con Francesco Lamperti, Francesca Chiaromonte e Andrea Roventini.
I dati grezzi indicano, per esempio, che negli anni ’70 ogni evento catastrofico provocava danni per 500 milioni di dollari, mentre oggi il costo è aumentato a 10 miliardi di dollari. “Se prendiamo come riferimento il 1970 e il 2010, i dati – rileva Coronese – mostrano che l’impatto economico di un disastro particolarmente nefasto (tra l’1% dei più dannosi) è aumentato di circa 20 volte. Per essere più concreti, un singolo evento di questa portata nel 1970 causava circa 500 milioni di dollari di danni, mentre nel 2010 le perdite erano già salite a 10 miliardi di dollari”.
Per l’autore della ricerca “ovviamente questi maggiori danni sono in parte dovuti all’aumento della popolazione e della ricchezza potenzialmente distruttibile (ad esempio edifici). Una volta tenuti in considerazione questi fattori, l’impatto economico degli eventi estremi risulta comunque raddoppiato”. Alla luce di queste considerazioni la stima è che “ogni anno un evento catastrofico (tra l’1% dei più dannosi) costi circa 26 milioni di dollari in più dell’anno precedente al netto degli aumenti attribuibili all’evoluzione di reddito, popolazione e prezzi”. L’aumento più significativo riguarda le aree più temperate del pianeta come Europa e Stati Uniti, e la prima ragione dell’aumento dei costi è nella maggiore frequenza con cui gli eventi estremi avvengono. (ANSA).