Il calcolo dell’Osservatorio Cpi della Cattolica di Milano guidato da Cottarelli mette gli in fila gli interventi sul bilancio pubblico tra il 2013 e il 2018
di Gianni Trovati
Ecco cos’è e perché è così importante la Nadef
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Quasi 4 miliardi all’anno sono definitivamente scomparsi quattro anni fa dalla colonna delle entrate nel bilancio pubblico con l’addio alla Tasi sulle abitazioni principali, e le compensazioni ai Comuni per il gettito sfumato. Un altro miliardo se n’è andato quasi in contemporanea, quando l’Imu ha smesso di colpire i macchinari imbullonati delle imprese ed è stato introdotto il nuovo sistema di agevolazioni per i terreni agricoli. Il forfettario per gli autonomi, nato con la manovra 2015, modificato l’anno dopo e trasformato nella cosiddetta Flat Tax delle partite Iva dal governo giallo-verde, si porta via 2,9 miliardi all’anno. E l’elenco può continuare (quasi) all’infinito.
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Le incognite sulle coperture che continuano a complicare il percorso della prossima manovra, attesa fra meno di dieci giorni al varco del consiglio dei ministri, restituisce l’immagine di un bilancio pubblico sclerotizzato, sostanzialmente privo di voci da toccare. Con il risultato che i ministri dell’Economia negli ultimi anni si sono trasformati in negoziatori con Bruxelles, in una battaglia che a seconda dei casi cambia strategie e risultati ma mantiene fisso l’obiettivo di spuntare più deficit rispetto a quello previsto solo pochi mesi prima. «Ho dovuto cercare 23 miliardi in 23 giorni», ha spiegato con efficace sintesi il nuovo titolare dei conti italiani Roberto Gualtieri parlando dei maxi aumenti Iva da cancellare: 14 miliardi abbondanti arrivano dal via libera Ue, o meglio dai mercati che anche il prossimo anno dovranno fare incetta di titoli di Stato tricolori, 7 sono affidati alle ambizioni anti-evasione. Un po’ di spending review e un non facile avvio del taglio agli sconti fiscali per le attività inquinanti promettono di offrire qualche miliardo in più, anche per non limitare la manovra allo stop all’Iva e arricchirla con un taglio al cuneo fiscale (ma solo da giugno, e quindi solo per 2,5 miliardi nel 2020) e misure per la famiglia dal valore più politico che economico per il primo anno.
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Eppure l’elenco citato all’inizio indica che i conti pubblici italiani così asfittici non sono. Si tratta solo di un piccolo estratto in una lista sterminata, messa in fila da uno studio firmato da Giampaolo Galli e Luca Gerotto per l’Osservatorio dei conti pubblici della Cattolica guidato da Carlo Cottarelli. L’analisi dettagliata, pubblicata sul sito dell’osservatorio (https://osservatoriocpi.unicatt.it), si infila nelle norme per radiografarne costi e meccanismi, e si può riassumere in un dato e in una riflessione.