Le prime bozze del decreto fiscale offrono una nuova chance per i ritardatari della rottamazione. Per chi ha «saltato» la prima o unica rata del 31 luglio scorso c’è la possibilità di non essere tagliato fuori dalla rottamazione-ter rimettendosi in carreggiata e versando entro il 2 dicembre
di Marco Mobili e Giovanni Parente
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Una finestra sui condoni. È quella che intende riaprire il governo giallorosso con il decreto fiscale collegato alla manovra. Al momento si tratta più che altro di una finestrella. Ma attenzione all’esame in Parlamento dove, tra affannose ricerche di risorse da recuperare per sostenere ambiente, famiglie e investimenti, e maggioranze da tenere ben salde, la possibilità che la mini riapertura dei termini per la rottamazione delle cartelle può realmente il suo raggio d’azione.
La riapertura allo studio
Al momento il decreto offre una nuova chance per i ritardatari della rottamazione. Per chi ha “saltato” la prima o unica rata del 31 luglio scorso c’è la possibilità di non essere tagliato fuori dalla rottamazione-ter rimettendosi in carreggiata e versando entro il 30 novembre (in realtà, la scadenza slitta al 2 dicembre in quanto cade di sabato).
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Uniformare la scadenza
Anche se l’intenzione è di archiviare la stagione dei condoni, le prime bozze del decreto fiscale puntano almeno a salvaguardare il gettito di una dei tasselli della pace fiscale varata con il governo M5S-Lega. Di fatto, si parifica la scadenza di versamento tra chi ha aderito alla rottamazione-ter entro il 30 aprile (o “arrivava” dalla rottamazione-bis ancora era uno dei debitori nelle aree del Centro Italia colpite dal sisma del 2016) e chi, invece, ha presentato l’istanza approfittando della finestra riaperta dal decreto crescita fino al 31 luglio scorso. Questi ultimi, infatti, erano già chiamati a pagare la prima o unica rata del piano di rottamazione entro il 30 novembre. Scadenza entro la quale va versata anche la prima o unica rata del saldo e stralcio. Ora si punta a parificare il termine anche per chi avrebbe dovuto già saldare il proprio conto (o almeno la parte iniziale) entro il 31 luglio scorso. Proprio al 31 luglio la percentuale dei pagamenti è risultata pari al 54,5% delle domande: un dato che sta inducendo, appunto, a pensare di dare una seconda chance a chi non ha versato entro i termini.