In cinque anni export per 943 milioni verso Ankara
Le esportazioni di armi italiane in Turchia sono aumentate costantemente dal 2013 a oggi. Nel 2013 le licenze di export autorizzate avevano un valore di 11,4 milioni. Il valore è salito a 52,5 milioni nel 2014, 128,8 milioni nel 2015, 133,4 milioni nel 2016, 266,1 milioni nel 2017 e, come detto, 362,3 milioni nel 2018. Le licenze riguardano il momento in cui il contratto di vendita viene autorizzato dal ministero degli Esteri, non la consegna fisica dei prodotti, che è successiva e può avvenire anche alcun ianni dopo. Negli ultimi cinque anni l’Italia ha autorizzato esportazioni di armi in Turchia per un valore di 943,1 milioni (dal 2014 al 2018).
Il ruolo di Leonardo-Finmeccanica
L’azienda italiana del settore che ha maggiori rapporti con la Turchia è il gruppo Leonardo, ex Finmeccanica, il numero uno dell’aerospazio e difesa, che ha rapporti con Ankara da più di 40 anni. Leonardo sottolinea che rispetta le norme nazionali e internazionali sulla vendita e l’esportazione di armi e prodotti per l’aerospazio e difesa. La relazione del governo al Parlamento non precisa in dettaglio che cosa esporta ogni azienda verso ogni paese di destinazione. La Turchia impiega tra l’altro sistemi sistemi radar e di controllo del traffico aereo e marittimo forniti dal gruppo Leonardo e dall’ex Selex.
In mostra al salone di Istanbul
Al salone Idef di Istanbul, svoltosi dal 30 aprile al 3 maggio scorso, Leonardo ha presentato le sue soluzioni per la sicurezza, l’aerospazio e la difesa. «I sistemi di gestione delle navi e del traffico aereo – si legge in una nota di Leonardo del 30 aprile 2019 – sono la presenza di Leonardo in Turchia, assicurando quasi 1.500 chilometri di costa e oltre venti torri di controllo del traffico aereo». L’ex Finmeccanica ha offerto alal Turchia l’aereo C27J in versione multiruolo, ha schierato a Istanbul l’elicottero Aw139 in versione da guardia costiera, ha esibito il nuovo radar Grifo E (con scanner elettronico) e “nuove tecnologie per la cyber security e sistemi antidroni per proteggere aeroporti e infrastrutture critiche”. Presentato anche il progetto di scuola internazionale di volo (Ifts), per addestrare in Italia anche piloti militari stranieri. Le commesse per Leonardo hanno ricadute su un’ampia serie di aziende fornitrici o che cooperano con il gruppo, tra queste anche Elettronica.
I materiali esportati
La relazione del governo al Parlamento contiene una tabella di riepilogo per ogni paese delle categorie di “materiali d’armamento” esportati. Per la Turchia l’anno scorso ci sono state 70 autorizzazioni per il valore di 362,3 milioni, per le seguenti categorie di “materiali”: armi o sistemi d’arma di calibro superiore a 12,7 millimetri; munizioni; bombe, siluri, razzi missili ed accessori; apparecchiature per la direzione del tiro; aeromobili; apparecchiature elettroniche; corazzature o equipaggiamenti di protezione e costruzioni; apparecchiature per la visione d’immagini; pezzi forgiati, pezzi fusi e semilavorati; apaprecchiature e tecnologia per la produzione; software; tecnologia per lo sviluppo, produzione o utilizzazione.
Nel 2017 autorizzato l’export di “navi da guerra”
Per il 2017 nella relazione del governo al Parlamento tra le operazioni di export autorizzate oltre a queste categorie di materiali c’era anche quella di “navi da guerra”. Fincantieri, il principale gruppo nazionale che costruisce navi (con una presenza prevalente nelle navi da crociera), precisa che non ha avuto commesse né nel 2017 né di recente per la fornitura di navi militari alla Turchia. L’azienda ricorda che c’è stato un contratto di circa dieci anni fa, una licenza al cantiere turco Rmk Marine per la produzione in loco di quattro navi da pattugliamento commissionate dal sottosegretariato per la Difesa di Ankara. La partecipazione di Fincantieri ha riguardato la fornitura di progetto, componenti navali, trasferimento di tecnologia e know-how, il supporto logistico e l’addestramento degli equipaggi e del personale del cantiere Rmk. Le operazioni di export autorizzate nel 2017 potrebbero quindi riferirsi ad altre forniture.