“Schede con informazioni sensibili su centinaia di bambini raccolte in armadi senza chiave, potenzialmente accessibili a chiunque”. È quanto denuncia di aver trovato a Pianoro, comune del Bolognese, la candidata della Lega alle prossime Regionali in Emilia-Romagna, Lucia Borgonzoni, che ha avvertito le forze dell’ordine, pubblicato alcune immagini su Facebook e sta valutando di presentare un esposto alla Procura e al Garante della Privacy. Ma il vicesindaco di Pianoro, Marco Zuffi, non ci sta e replica: “L’amministrazione procederà tramite i suoi legali ad azioni nei confronti di chi, esercitando il ruolo di amministratore pubblico, ha avuto accesso a documenti privati senza autorizzazione o ancor peggio ne ha diffuso contenuti o informazioni”, scrive su Facebook.
I faldoni recano la scritta ‘Patchwork’ e appartengono a un progetto legato alla prevenzione del disagio sociale. A trovarli e segnalarli è stato un consigliere comunale della Lega, Luca Vecchiettini, in una stanza messa a disposizione dei gruppi politici del Comune di Pianoro. All’interno, spiega il Carroccio, “si leggono ‘profilazioni'” di minori, con riferimenti alla “situazione familiare, disagi, osservazioni sulla loro psicologia e sul comportamento”. Borgonzoni ne pubblica stralci sui social e chiede perché “informazioni sensibili su bambini e famiglie” sono “lasciate in armadi aperti e accessibili a chiunque”. Zuffi, il vicesindaco, però chiarisce e anzi contrattacca: “Vecchiettini dopo essere entrato con le chiavi a lui affidate in un locale chiuso, di proprietà del Comune di Pianoro, in cui avrebbe dovuto mantenere segreto d’ufficio, ha fatto entrare la Borgonzoni, facendole fotografare e postare documenti in cui non esiste nessuna profilatura, né schedatura di nessuno tipo, ma solo appunti di alcuni professionisti”.