Dalla revisione della flat tax per le partite Iva fino a 65mila euro a quota 100 alla sugar tax, non mancano i dossier che il vertice di maggioranza ha congelato, e che potrebbero riaprirsi nel passaggio di ddl Bilancio e decreto fiscale in parlamento
di Andrea Carli
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È uno scenario che si ripete un po’ tutti gli anni ma questa volta la carica degli emendamenti alla manovra (e al decreto fiscale collegato) si va delineando ancor prima che i testi siano approdati in parlamento, per la conversione. I dossier sono quelli “congelati” dal vertice di maggioranza che si è tenuto a Palazzo Chigi all’inizio della settimana. Un vertice che ha registrato una intesa di massima su carcere agli evasori, tetto al contante e multe per chi non fa pagare con pos.
Se il decreto fiscale, in sostanza, è chiuso, e l’obiettivo è mandarlo al vaglio del Quirinale per vederlo pubblicato in Gazzetta ufficiale il 24 ottobre, lo stesso non si può dire per il DDl di bilancio: servirà ancora qualche giorno di riflessione, perché tante le partite aperte non mancano.
Partite che si giocheranno alla fine in parlamento a suon di emendamenti. Insomma, il cantiere delle misure che alla fine entreranno in manovra è in piena attività e il parlamento suggerirà le modifiche: il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha ricordato che «i saldi non possono cambiare». Intanto il governo giallo rosso ha posto la prima fiducia al Senato sul maxi emendamento che sostituisce interamente il Dl crisi.
La partita sulla flat tax al 15% delle partite Iva
Tra queste, quella più di peso è la revisione della flat tax per le partite Iva fino a 65mila euro. Sui paletti al regime forfettario si tratta ancora: tutti d’accordo, infatti, sul divieto di cumulo, cioè sul bloccare l’accesso al regime agevolato per chi ha già altri redditi per almeno 30mila euro. Ma i Cinque Stelle premono per rivedere il tetto di 20mila euro per gli investimenti che fa saltare il forfait.
Pressing di Italia Viva contro la sugar tax
C’è poi la sugar tax, l’imposta sulle bevande con zuccheri aggiunti: confermata allo stato attuale, su pressing di Italia Viva potrebbe saltare nell’esame parlamentare: si cercano i 200 milioni di coperture che connsentirebbero di soprassedere. «Nella discussione parlamentare tutto è migliorabile», ha ammmesso il viceministro all’Economia Antonio Misiani, tendendo la mano ai renziani che premono per eliminare il balzello. Più difficile che si possa far saltare la plastic tax, che vale un miliardo.