Tiziana FABI / AFP
Papa Francesco
Non poteva di certo mancare il profilo del Santo Padre nell’app realizzata per condividere le proprie preghiere con migliaia di fedeli nel mondo. Durante l’Angelus del 20 maggio, Papa Francesco ha annunciato l’adesione alla piattaforma ClickToPray, vero e proprio social network a vocazione religiosa sviluppato dalla Rete mondiale di preghiera del Papa e dal Movimento eucaristico giovanile.
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Non di Tweet, post o stories è popolato il servizio: gli utenti di ClickToPray sono invitati a condividere le proprie preghiere, alle quali altri utenti potranno esprimere vicinanza premendo il pulsante “prega”. Una sorta di like con il quale – questa è l’intenzione – un fedele può esprimere solidale vicinanza ad altri credenti in tutto il mondo.
#PapaFrancesco lancia il suo profilo in #ClickToPray – Vatican News https://t.co/XPGHJlN8ce
— Vatican News (@vaticannews_it) January 20, 2019Le lingue parlate dai devoti sono così tante che servirebbe un traduttore in-app come nei più laici Twitter e Facebook: russi, ucraini, polacchi, portoghesi e tedeschi stanno affidando al social network decine di preghiere, probabilmente nella speranza che anche Papa Francesco possa vederle dal suo smartphone. E anche se molte di queste sono rivolte a cari estinti o malati, non mancano i pensieri rivolti ai migranti morti in questi giorni nel Mediterraneo.
Ma tra i molti profili attivi sulla piattaforma – all’accesso l’app ci informa che sarebbero oltre 780 mila gli utenti che hanno pregato “con il Papa” questo mese – non mancano anche detrattori, profili falsi e troll. Tra questi, alcuni post-preghiera ricordano gli scandali che hanno coinvolto la Chiesa facendo riferimento alla pedofilia, mentre un altro utente – che porta le insegne degli hacker di Anonymous nella foto profilo – chiede in tedesco all’Onnipotente “di permettere al Papa e agli sviluppatori di eliminare i bug delle lingue nell’app”.
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