Raffaella riparte da Zero. In senso letterale ma anche un po’ in senso metaforico. La signora della tv italiana infatti anziché esigere da mamma Rai un programma sull’ammiraglia, come meriterebbe più di chiunque altro, fa il bis su Rai3 con “A raccontare comincia tu”, piccolo gioiello di una televisione non gridata articolato in quattro puntate per altrettante interviste “che poi in realtà sono più che altro degli incontri, dove io stessa scopro una persona e mi “scopro” a mia volta. Di sicuro sono umile, il che non vuol affatto dire sentirsi inferiori a nessuno”.
Ma Raffaella ha qualcos’altro su cui eccepire su Rai1 e sulle scelte editoriali della direzione. Succede quando si racconta come telespettatrice: “Certo che guardo la tv ma resto legata alla tv generalista. Netflix prima o poi lo metterò ma a me piace la tv dal vivo, quella che si fa live. Guardo un po’ tutto anche se non è che mi piaccia tutto. Un esempio? “La vita in diretta” che si occupa sempre di storie complicate. Io invece l’avrei alleggerita un po’. Non credo che la colpa sia dei conduttori o degli autori. Secondo me è una scelta della direzione di rete che ora mi detesterà, ma comunque penso che dovrebbe essere un po’ più arioso come programma”.
Poi con unadi quelle sue risate diventate mitiche, spiega: “Io sono una garibaldina. E se mi chiedessero di mettere la faccia su qualcosa in cui non mi riconosco, mi rifiuterei. L’angoscia non fa per me, nemmeno in tv. Preferisco una tv un po’ più leggera, il che non vuol dire stupidina”.
Alla terza puntata ad attenderla nella sua casa torinese ci sarà Luciana Littizzetto, “della quale si sa pochissimo”, ammette la Carrà. E a chiudere questo ciclo sarà l’incontro con Vittorio Sgarbi e il suo ego (nello spezzone che viene mostrato come anticipazione lo si sente raccontare le sue convinzioni in merito alla sua consapevole superiorità).
Ma già si parla di un prossimo ciclo di interviste-incontri. Coletti, adorante, insiste, Raffaella nicchia ma poi anche lei si lascia trascinare dalla sua curiosità: “Mi piacerebbe scoprire il lato nascosto di qualche grande star straniera che è molto amata in Italia. L’importante comunque è che almeno ad agosto e a dicembre mi possa riposare. Magari se ne parlerà per marzo”.
Già perché di ua cosa raffaella è sicura: “Non ho più voglia di essere afflitta dall’ansia di prestazione. Sono come il mio amico Rosario Fiorello che infatti torna ma su Raiplay. In più io ho 76 anni e in tv ho fatto alcuni programmi che sono entrati nella storia dello spettacolo”. La Carrà li racconta brevemente ed è uno spettacolo sentirla parlare di “Canzonissima” e di “Milleluci”, della tv di mezzogiorno che inventò con Japino e Boncompagni e di quel successo ineguagliato che è stato “Carramba che sorpresa”.
“La mia non è mai stata tv del dolore. Semmai tv delle emozioni, ma positive. Con quel programma ho raccontato l’Italia che emigrava perché non c’era cibo né lavoro. Si piangeva ma di gioia nel rtrovarsi dopo tanti anni. E poi le soprese carine organizzate per i fan. Oggi c’è di Carramba ce n’è un po’ qui e un po’ lì, ma è tutto molto diverso. Andrebbe rivisto perché è un programma che resterà”. Insomma Raffaella ha già dato. E ora, quello che si concede come strappo alla a un’esistenza fatta di letture, di viaggi verso i due nipoti acquisiti e i ragazzini adottati a distanza, è giusto qualche strappo. “Mi piace sentirmi libera. E chiedermi: Cosa devo fare domani? Niente. Il fatto è che io lavoro da quando avevo 15 anni. La scuola sperimentale, il cinema, il teatro, la tv, il ballo. Non mi sono goduta né l’adolescenza né la giovinezza. Ecco, ora sono nella fase da una diciottenne scatenata”.