Paolo Petroni (ANSA) – ROMA, 25 OTT – LUCIO VILLARI, ”LA LUNA DI FIUME -1919 il complotto” (GUANDA, pp. 210 – 18,00 euro). Un Gabriele D’Annunzio assolutamente inedito nella precisione del ritratto e documentazione delle idee e dei fatti che farano discutere, in contrasto con quanto scritto anche in questo anno di celebrazione del centenario dell’impresa di Fiume, da cui certo derivarono aspetti esteriori e parole d’ordine del fascismo, di cui in realtà il poeta fu un più violento precursore col suo progetto eversivo, golpista, di distruggere la nascente democrazia liberale italiana, poco dopo la fine della prima guerra mondiale.
”D’Annunzio fu sicuramente e paradossalmente più a destra di Mussolini”, afferma Villari, spiegando in modo efficace e sintetico quanto diffusamente ricostruito in questo suo ultimo libro: ”il poeta soldato era bellicista, guerrafondaio, nazionalista, adoratore della violenza e del sangue, precursore dello squadrismo. Dopo Fiume progettò nel 1919-1920 una marcia su Roma senza timore di rischiare una guerra civile cruenta, per rovesciare con un colpo militare il governo prima di Nitti, poi di Giolitti e deporre Vittorio Emanuele III per sostituirlo sul trono col Duca d’Aosta, uomo di estrema destra”.