La riproduzione in miniatura della parte più evoluta del cervello, la corteccia, da utilizzare come laboratorio vivente per studiare malattie neurologiche come demenze, Alzheimer e Parkinson: è questo il risultato che la neurobiologa Paola Arlotta, dell’università americana di Harvard, ha dedicato oggi al Nobel Rita Levi Montalcini e alle sue ricerche di una vita sulle cellule nervose e la loro complessità.
L’occasione è stata il Levi Montalcini Day, la giornata dedicata alla celebre ricercatrice italiana e organizzata a Roma, presso l’Accademia dei Lincei, dall’Istituto europeo per la ricerca sul cervello (Ebri), fondato dalla stessa Rita Levi Montalcini. Con Arlotta hanno reso omaggio a Rita Levi Montalcini le neurobiologhe Erin Shuman, dell’Istituto tedesco Max Planck per la ricerca sul cervello, e Silvia Arber, dell’università svizzera di Basilea.
Nella “Montalcini Lecture” la ricercatrice italiana ha presentato il risultato pubblicato nel giugno 2019 sulla rivista Nature, con la realizzazione dei primi mini-cervelli (organoidi) che riproducono lo sviluppo della corteccia, riproducendo correttamente l’uniformità delle cellule e delle loro connessioni. Fino ad allora questa uniformità non era mai stata riprodotta perché ogni organoide era unico e si sviluppava con il suo mix di tipi cellulari in un modo imprevedibile.
Il problema è stato risolto grazie a un protocollo che permette di ottenere organoidi ‘in serie’, ossia indistinguibili l’uno dall’altro e di pari qualità. Coltivati in condizioni opportune anche per lunghi periodi, i mini-cervelli sono sani e capaci di svilupparsi abbastanza a lungo da generare un ampio spettro di tipi cellulari, proprio come accade naturalmente durante lo sviluppo della corteccia cerebrale.