Peraltro, la quota dei contratti part-time sul totale delle assunzioni, cresciuta in modo pressoché omogeneo fino al 2015, ha poi continuato ad aumentare solo nel Mezzogiorno, dove è arrivata al 50% dei nuovi rapporti attivati. Al Sud – fanno notare gli economisti della Banca d’Italia che hanno curato il Rapporto – il part-time è per l’80% involontario, cioè non dovuto a esigenze del lavoratore o della lavoratrice, bensì a una carenza di domanda. Un altro fattore da sottolineare per completare il difficile quadro economico del Sud, secondo gli autori dello studio, è il flusso costante di lavoratori verso il Nord e verso l’estero.
Nel triennio 2015-2018 al Centro-Nord le assunzioni per professioni con qualifica medio-alta sono aumentate in media del 3% all’anno, mentre hanno ristagnato nel Mezzogiorno. Le posizioni con una bassa qualifica hanno avuto invece un incremento simile in entrambe le aree (del 9% circa).
Il bicchiere mezzo vuoto degli incentivi
Gli incentivi alle assunzioni introdotti dal 2015 in poi – anche abrogando il vecchio bonus per i disoccupati di lunga durata previsto dalla legge 407 del 1990 – hanno favorito la stabilizzazione dell’occupazione al Sud, ma non ne hanno alimentato l’espansione. Secondo Banca d’Italia, «nel Mezzogiorno, nonostante la parziale cumulabilità tra l’esonero contributivo per favorire l’occupazione giovanile e il bonus Occupazione sviluppo Sud, l’importo degli incentivi è risultato complessivamente meno generoso di quanto previsto non solo da quelli del 2015 ma anche, per i disoccupati di lunga durata, dal sistema vigente fino al 2014».
Infine, il Rapporto offre una chiave di lettura del boom di trasformazioni di contratti a termine in contratti a tempo indeterminato avvenuta nel 2018 : + 86,4% su scala nazionale e oltre il 100% per i giovani under 35 del Centro-Nord. A spiegare la metà di queste stabilizzazioni è il forte aumento di contratti a termine siglati tra il 2017 e il 2018, dopo le assunzioni stabili fortemente incentivate nel 2015. C’è stato dunque un effetto “meccanico” legato all’aumento della platea dei contratti potenzialmente interessati alla stabilizzazione. Il resto dell’incremento è dovuto al sistema degli incentivi, che ha premiato anche le trasformazioni, e alla stretta normativa introdotta dal Dl 87/2018 (il cosiddetto decreto “dignità”) per i contratti a termine oltre l’anno di durata.