Saranno trascorsi 25 anni dai fatti quando il film sarà pronto per essere presentato al pubblico. Era il 25 marzo del 1995 quando il manager Maurizio Gucci si girò sorpreso dopo essere stato colpito dal primo proiettile. Erano da poco trascorse le 8:30 del mattino, lì nel portone d’ingresso della Gucci in via Palestro 20 a Milano. Due colpi alla schiena e uno al gluteo sinistro, poi il proiettile fatale alla tempia. Di quella vicenda Ridley Scott, regista di Blade Runner, Il gladiatore e Alien, vuole fare il suo prossimo film. Sarà tratto libro di Sara Gay Forden The House of Gucci: A Sensational Story of Murder, Madness, Glamour and Greed, su cui è stata scritta la sceneggiatura di Roberto Bentivegna. Scott produce il film assieme alla moglie Gianina Facio, già modella e personaggio tv, e socialite. Nel ruolo di Patrizia Reggiani, ex moglie di Maurizio Gucci condannata come mandante del delitto e soprannominata black widow, ci sarà Lady Gaga.
Due seconde vite che si incrociano
La superstar del pop Lady Gaga, premiata con l’Oscar per la canzone Shallow nella colonna sonora del film A Star Is Born (per cui ha sfiorato il premio come migliore attrice) darà volto e corpo a Patrizia Reggiani, condannata a 29 anni di carcere poi ridotti a 26 e tornata in libertà nel 1996. La ex moglie di Gucci si è sempre dichiarata innocente, anzi “non colpevole”, ammettendo gli errori nel fidarsi della gente sbagliata ma negando ogni coinvolgimento con l’uccisione del rampollo della casa Gucci. Dopo aver scontato 17 anni in carcere e il resto in affidamento ai servizi sociali. A seguire, la guerra con le figlie sul patrimonio dello stilista scomparso. Una seconda vita, la sua, che incrocia la seconda esistenza come attrice di Lady Gaga. E riporta in auge uno dei casi di cronaca nera legati all’alta società che hanno avuto maggiore risonanza internazionale.
Una spirale di odio culminata con quattro colpi di pistola
Maurizio Gucci, nipote del fondatore della casa d’alta moda Guccio Gucci e figlio di Rodolfo Gucci e dell’attrice Sandra Ravel, nel 1983 rilevava l’azienda licenziando lo zio Aldo condannato per evasione fiscale, avendola in eredità insieme a 800 miliardi di lire. Fu Maurizio Gucci, pur in una gestione delle “due G” altalenante, a rilanciare il marchio e assumere lo stilista Tom Ford. Nel 1973 l’incontro con Patrizia Reggiani, da lui definita bella e affascinante come una novella Liz Taylor. Due figlie, Alessandra e Allegra, poi l’inizio delle relazioni con altre donne, tra cui la più giovane Paola Franchi, la fine del matrimonio con lascito di circa un milione di euro l’anno alla ex moglie. Dal divorzio del 1991 il risentimento della Reggiani verso il marito divenne insistito e pubblico, arrivò a dire in continuazione che lo avrebbe voluto morto. Dopo il delitto gli inquirenti seguirono diverse piste, incluse quelle di possibili contatti con la malavita organizzata e di affari opachi diretti verso la gestione di casinò in Svizzera. Restò la pista dell’odio che avrebbe portato all’omicidio, durante le indagini l’informatore di Polizia Gabriele Camparese indicò come personaggio centrale nel delitto Gucci Ivano Savioni, portiere d’albergo con predecenti penali che si sarebbe vantato del suo coinvolgimento nel delitto. Dalle intercettazioni successive emersero i contatti tra Savioni e Pina Auriemma, ex migliore amica e dama di compagnia di Patrizia Reggiani, che nelle telefonate oggetto di indagine rivelava di essersi mossa su mandato della Reggiani.
Voglio vederlo morto
Al culmine del processo finirono in carcere oltre a Patrizia Reggiani, Benedetto Ceraulo, killer di Maurizio Gucci condannato all’ergastolo, l’autista del killer Orazio Cicala (29 anni di carcere), Ivano Savioni (26 anni), Pina Auriemma (19 anni di cui 13 in detenzione). Dopo il suo ritorno in libertà, Patrizia Reggiani ha cominciato una dura battaglia contro le figlie per riavere l’uso del veliero di famiglia e dello chalet St. Moritz, in cambio della sua rinuncia al vitalizio da circa un milione di euro. Ma le figlie Alessandra e Allegra Gucci erano state a loro volta condannate a corrisponderle il vitalizio oltre a 24 milioni di euro di arretrati. Una storia così, certo violenta e drammatica e resa spettacolare perché immersa nel lusso, non può lasciare indifferente il cinema, come ha segnato la cronaca nera per anni. Ed ecco Lady Gaga pronta a farsene protagonista.