Lavori edili mai eseguiti, o fatti in parte e per un valore inferiore al reale, pagati con soldi pubblici ad un cartello di imprese amiche in cambio di una serie di utilità. Lo ha scoperto un’indagine della Polizia, coordinata dalla procura di Ancona, che ha portato il gip a emettere 5 misure cautelari per un dipendente del Comune di Ancona e 4 imprenditori, accusati di corruzione aggravata. In corso una decina di perquisizioni. L’indagine, iniziata un anno fa, ha consentito di accertare che al centro del sistema c’era proprio il dipendente del Comune: per gli inquirenti, l’uomo non rispettava il principio di rotazione di inviti e assegnazioni dei lavori e liquidava i compensi in modo “diretto e sistematico” alla stessa rosa di ditte amiche. Dalle indagini è emersa una serie di episodi che hanno coinvolto altre 30 persone indagate, a vario titolo, per abuso d’ufficio, falso materiale e ideologico in atto pubblici, turbata libertà di incanti e in materia ambientale, truffa aggravata e rifiuto atti d’ufficio.