Pubblicato il: 07/11/2019 11:07
Un altro anno record per il Conou, il Consorzio nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati: lo scorso anno le imprese della filiera hanno raccolto circa 187mila tonnellate di oli usati (+2,7 punti percentuali rispetto al 2017), corrispondenti, praticamente, al 100% del raccoglibile. Un risultato che non ha pari in Europa. Lo attesta il Rapporto di Sostenibilità 2018, redatto secondo lo standard Internazionale Gri e presentato alla Fiera Ecomondo di Rimini.
Tutti gli oli usati raccolti sono stati conferiti all’industria della rigenerazione che ne ha ricavato 123mila tonnellate di basi rigenerate, oltre a 42mila tonnellate di altri prodotti. L’attività del Consorzio ha inoltre contribuito nel 2018 ad un risparmio di 85 milioni di euro sulla bolletta energetica nazionale.
Quest’anno Conou ha deciso di impegnarsi, avvalendosi del supporto e del know-how di Deloitte, nella redazione di un Rapporto conforme agli standard Gri, oramai assurti a riferimento per la maggior parte delle aziende nei Rapporti di Sostenibilità.
“Elementi salienti di questo percorso di trasparenza (che proseguirà l’anno prossimo con la formale certificazione del Rapporto 2019), sono il ruolo centrale dello Stakeholder e il concetto di Filiera da un lato e la matrice di materialità dall’altro, che insieme all’economia circolare sono ormai centrali per le imprese italiane”, commenta il vicepresidente del Conou, Riccardo Piunti.
Lo Stakeholder non è più solo lo Shareholder, l’azionista, ma il rappresentante delle diverse entità e interessi che influiscono e sono influenzati dall’azienda. Il Consorzio da anni coltiva il concetto e la prassi della Filiera, che armonizza e ingloba nel sistema Conou di sostenibilità tutte le aziende (Raccoglitori, Rigeneratori) che a esso concorrono e che, di Conou, sono i principali, seppure non unici, Stakeholder.
I dati del Rapporto sono pertanto il risultato d’insieme delle attività olio usato delle singole imprese che della Filiera sono parte; il Consorzio, infatti, opera attraverso le due grandi imprese della Rigenerazione e le 69 imprese dedite alla Raccolta dell’olio usato (nonché, spesso, di numerosi altri rifiuti pericolosi e non). La matrice di Materialità identifica (dal punto di vista del Conou e degli Stakeholder, appunto) le variabili chiavi della Sostenibilità, dando rilievo certamente ai temi ambientali ma anche alla Governance del Consorzio, ai temi etici di tutti i membri della filiera e, da ultimo, ponendo l’esigenza di aumentare il coinvolgimento dei produttori di olio usato.
Su questi concetti e analisi preliminari si basa poi l’esame dell’impatto Economico Sociale e Ambientale del Conou che costituiscono il cuore del Rapporto.
Nello specifico, viene presentata l’analisi Lca, che compara gli impatti, pur presenti anche nelle attività della Filiera, con quelli evitati grazie al recupero di materia pregiata garantito dalla rigenerazione. A parità di quantità prodotte, il sistema di rigenerazione rispetto a quello, alternativo, di produzione di basi lubrificanti vergini ha permesso il taglio di 74mila tonnellate di emissioni di CO2 equivalenti in atmosfera (Carbon footprint).
L’indicatore di Land occupation per il Conou, stima per il 2018 un beneficio in termini di occupazione evitata di suolo pari a quasi 45 ettari ogni anno rispetto al ciclo lineare. In termini di consumo di acqua, il risparmio è stato pari a 120 milioni di m3; consistente anche il risparmio in termini di risorse abiotiche, ovvero le materie fossili e minerali rese necessarie per il processo di rigenerazione rispetto alla produzione di basi vergini. In questo caso il taglio, per il 2018, è pari a 237mila tonnellate.
“La strada dell’economia circolare – ha commentato il presidente del Conou Paolo Tomasi – si presenta come l’unica via possibile per tradurre in concreto i principi della sostenibilità economica e ambientale. Il nostro Rapporto è la dimostrazione di come un’organizzazione di filiera efficiente con un profondo radicamento territoriale, insieme con competenza, innovazione e sviluppo tecnologico, possa raggiungere risultati di eccellenza che fanno del nostro Paese un riferimento in Europa. Oggi proseguiamo il nostro percorso nel miglioramento della qualità degli oli raccolti affinché la resa dei processi di riciclo, tramite la rigenerazione, possa risultare sempre più elevata”.
Un percorso, quello del Consorzio, narrato dal suo presidente anche nel libro ‘Cercando l’ultima goccia – L’economia circolare dell’olio minerale usato’ (Edizioni Ambiente). Intrecciando autobiografia e analisi dello scenario economico-industriale, il libro ricostruisce una storia imprenditoriale di difficoltà e successi nel settore, sempre più orientato verso la sostenibilità, della valorizzazione degli oli minerali.
Adnkronos.