Scendono del 3,1% le attività in strumenti finanziari. Liquidità a livelli record, salgono anche polizze e previdenza. Per gli esperti «è l’effetto dell’incertezza e del timore di una nuova crisi». Ma anche della cultura finanziaria che resta al palo: il 21% non conosce concetti base come l’inflazione
di Laura Serafini
Italiani confusi su risparmio, per 39% c’e’ ancora crisi
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Le famiglie italiane investono sempre meno in strumenti finanziari: nel corso del 2018 questi investimenti hanno subito una contrazione de 3,1 per cento. Solo il 30% delle famiglie riesce a investire, una percentuale che negli ultimi 5 anni è rimasta invariata. Per la prima volta dal 2014 è lievemente salito il tasso di risparmio, pari al 10% della ricchezza netta degli italiani (contro oltre il 12% della media Ue), ma di pari passo si è erosa dal 33 al 31% la percentuale di coloro che riescono a risparmiare con regolarità.
Ovviamente sono sempre loro, le famiglie più abbienti le quali, anche in virtù del benessere e di una tradizione di cultura finanziaria familiare, mostrano maggiori cognizioni e abilità in materia di investimenti. Per gli altri (almeno per il 26% delle famiglie) le risorse sono assorbite dalla spese correnti e, soprattutto, è in forte calo la fiducia in chi tutela il risparmio o è pagato per farlo fruttare: un tasso di sfiducia che ormai investe il 60 per cento delle famiglie italiane.
Crescono la liquidità e i prodotti assicurativi
L’impietosa fotografia emerge è dal quinto rapporto su «Conoscenze finanziarie, attitudini e investimenti nelle famiglie italiane» redatto dalla Consob, in particolare da Nadia Linciano e Paola Soccorso, rispettivamente responsabile e funzionario dell’ufficio studi economici dell’Autorità che vigila sui mercati.
L’esito dell’indagine è molto simile allo scenario emerso dal sondaggio Ipsos-Acri di fine ottobre. Anche nell’analisi Consob si afferma una maggiore propensione per la liquidità e per i conti correnti, dei quali è in possesso oltre l’80 per cento delle famiglie. Al secondo posto si attestano prodotti assicurativi e previdenziali, mentre calano le consistenze su mercato azionario e obbligazionario. «Anche quel lieve segnale positivo relativo al tasso di risparmio è stato registrato nel corso dello scorso anno e bisogna vedere se si consolida – commenta Linciano -. L’aumento del circolante è legato alla forte incertezza, alla preoccupazione per una nuova crisi e per la situazione macroeconomica».
Il 40% ha interesse per la sostenibilità, ma ci investe solo il 5%
La composizione dei portafogli delle famiglie italiane che ancora investono è ben diversa dal resto dell’Europa (troppa liquidità dalle nostre parti). Il divario con la media europea si regista anche nell’incidenza del debito rispetto alla ricchezza netta: la media europea è 40%, quella italiana il 60 per cento.