(ANSA) – BRINDISI, 15 NOV – L’apertura di un tavolo di crisi per il porto di Brindisi è stato chiesto al governo da 50 aziende portuali e alcune associazioni locali, per affrontare il processo di decarbonizzazione della centrale Enel di Cerano. In caso contrario, annunciano forme di protesta, compreso lo sciopero generale. Il processo di decarbonizzazione “è condivisibile e nulla dovrà frenarlo”, rilevano, tuttavia a Brindisi il problema è “dirompente, visto che per decenni una buona fetta dell’economia industriale e portuale ha ruotato intorno all’esercizio di due centrali termoelettriche alimentate a carbone”, in particolare, all’impianto Enel ‘Federico II’, limitando “altre tipologie di traffici”. La centrale, secondo la richiesta Enel al Mise, potrebbe essere trasformata a turbogas e alimentata via terra con il gasdotto Snam, con “ridimensionamenti della forza-lavoro diretta” e “diminuzione dell’indotto” con ripercussioni per l’intera economia portuale dell’area. Il comparto conta oltre 2.000 lavoratori. (ANSA).