Da fondi e accantonamenti non utilizzati recuperati almeno 100 milioni di euro da destinare in manovra alla salvaguardia dell’occupazione e a sostenere il ritorno della cassa integrazione guadagni straordinaria per cessazione di attività cancellata dal Jobs act. In arrivo tra le 500 e le 600 assunzioni nelle agenzie fiscali per potenziare la lotta all’evasione forse già con il decreto fiscale
di Marco Mobili
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In arrivo 100 milioni per salvare l’occupazione e rifinanziare gli ammortizzatori sociali. Nel pacchetto di emendamenti al disegno di legge di bilancio all’esame in commissione Bilancio al Senato hanno superato l’esame di fattibilità alcuni correttivi proposti dal ministero del Lavoro per sostenere le imprese in difficoltà, le aree di crisi e l’autoimprenditorialità. Con forme di intervento diversificate il Governo avrebbe recuperato dalle pieghe del bilancio oltre 100 milioni ripescando risorse stanziate in fondi e accantonamenti non utilizzati. In arrivo tra le 500 e le 600 assunzioni nelle agenzie fiscali per potenziare la lotta all’evasione, forse già con il decreto fiscale.
Torna la Cigs per cessazione di attività
Con la manovra di Bilancio il Governo prova prolungare ancora la vita alla Cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività. Con un emendamento al Ddl Bilancio vengono stanziati 50 milioni di euro. Cancellata di fatto dal Jobs act e ripescata nel settembre del 2018 con il decreto emergenze (quello del Ponte Morandi di Genova), con il nuovo finanziamento in arrivo la Cassa integrazione per cessazione di attività potrebbe garantire l’ammortizzatore sociale a tutte quelle imprese, anche in procedura concorsuale, che hanno cessato la propria attività produttiva e per le quali non si sono ancora concluse le procedure per il licenziamento di tutti i lavoratori, o le stiano per cessare.
Secondo le istruzioni che erano state diramate dal ministero nell’ottobre del 2018, quando fu rifinanziata, le imprese interessate dovranno dimostrare che ci siano le prospettive reali di una cessione dell’attività con il passaggio dei lavoratori al nuovo acquirente, oppure sia possibile realizzare interventi di reindustrializzazione del sito produttivo, oppure inserire i lavoratori all’interno di specifici percorsi di politica attiva.
Oltre al ritorno della Cigs per cessazione di attività, il Governo punta, con un altro emendamento, a istituire un fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali e la prosecuzione dell’attività di impresa. Per questo fondo si ipotizzano complessivamente altri 50 milioni recuperati dalla cancellazione del fondo tutela dei marchi storici istituito con il decreto crescita nel 2019 (30 milioni), e per altri 20 milioni resi disponibili dai fondi non utilizzati per la zona franca urbana di Genova.
I rinforzi per la lotta all’evasione
Tra le uscite per Quota 100 e l’addio volontario la pianta organica delle sola agenzia delle Entrate segna un deficit di almeno un quarto del personale. Se a questo si aggiunge la campagna straordinaria nella lotta all’evasione lanciata dal Governo con il decreto fiscale e la manovra di Bilancio ecco che la richiesta di rinforzi non sarebbe potuta cadere nel vuoto. Il direttore delle Entrate, Antonino Maggiore, e quello delle Dogane, ascoltato il grido di allarme del personale, hanno incassato l’assunzione di nuovi controllori del Fisco. Al netto dell’ultimo e forse più delicato step legato alle risorse disponibili, è pronto l’emendamento del Governo con cui nel 2020 l’agenzia delle Entrate e quella delle Dogane potranno procedere all’assunzione di nuovo personale per circa 500/600 unità complessive. E non è escluso che la soluzione all’emergenza dipendenti del Fisco potrebbe trovare posto nel decreto fiscale in discussione alla Camera e che l’emdamento possa essere depositato già alla ripresa dei lavori in calendario per il tardo pomeriggio di lunedì 25 novembre.