Pubblicato il: 25/11/2019 12:09
Effettuato a Merano il primo viaggio aperto al pubblico e su percorso urbano riservato di un minibus elettrico da 15 posti senza conducente, silenzioso e capace di ‘leggere’ il percorso con la massima sicurezza. La sperimentazione durerà fino al 1 dicembre, dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 17.
“Il futuro della mobilità è digitale e connesso. Per questo, stiamo lavorando per far sì che il trasporto pubblico sia preferito all’automobile di proprietà. Dunque, voglio invitare tutti i cittadini a testare l’autobus a guida autonoma per conoscere questa nuova modalità di trasporto”, dichiara Daniel Alfreider, assessore alla mobilità della Provincia Autonoma di Bolzano.
Le corse dello shuttle partono da via dei Giardini. Da qui, il bus percorre, in poco meno di 10 minuti, un anello urbano chiuso al traffico pedonale e automobilistico, lambendo in maniera esclusiva il centro storico.
Lo shuttle in test a Merano è dotato di un sistema che combina la più moderna sensoristica, utilizzando ben 17 satelliti e un sofisticato sistema Gps, già pronto a operare in ambiente 5G. Per accordi internazionali, la velocità dello shuttle è limitata a 25 km/h e il margine di errore del veicolo è solamente di un centimetro, essendo dotato di una tecnologia progettata per circolare soprattutto nei centri storici, nelle zone a traffico limitato, nelle aree pedonali, negli ospedali, nei campus universitari, nei parchi tematici o nelle aziende.
Ospita a bordo 15 persone compreso un responsabile del flusso e deflusso del pubblico che ha anche il compito di informare e rispondere a domande e curiosità.
La sperimentazione italiana sulla guida autonoma rientra nel progetto Mentor, finanziato con 1,5 milioni di euro dal programma di cooperazione europea Interreg V/A Italia-Svizzera. Un progetto europeo che vede come capofila i Comuni di Merano e Brig-Lis (in Svizzera) e come partner tecnologici NOI Techpark, il polo dell’innovazione dell’Alto Adige, e le due aziende Sasa e PostAuto.
Mentor, progetto della durata di tre anni, punta a ripensare la mobilità delle regioni alpine di Alto Adige e Svizzera. E a farlo con un sistema ad hoc, funzionale per territori dove non ci sono metropoli ma tante città di dimensioni ridotte da collegare fra loro. Sono tre gli assi sui quali si muove il progetto: costruire e implementare un servizio di bike sharing, creare la cultura (e una piattaforma) per il car pooling e ripensare il concetto del trasporto pubblico in chiave on demand, raccogliendo le richieste degli utenti e creando per loro un servizio tailor made.
Adnkronos.