Fare una Tac dell’atmosfera del Sole da una distanza inferiore a quella di Mercurio, per avere previsioni più precise del meteo spaziale e studiare come l’attività della stella, a partire dal vento solare, influenza la vita sulla Terra e nello spazio. Sono questi i principali obiettivi della missione Solar Orbiter, dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e della Nasa, presentata dall’Esa alla comunità scientifica italiana in una giornata di studio organizzata dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi).
La missione, della durata prevista di circa sette anni, fa parte del programma scientifico dell’Esa Cosmic Vision 2015-2025. Il lancio è previsto nella notte tra il 5 e 6 febbraio 2020 dalla base di Cape Canaveral con un razzo Atlas V. Importante il contributo italiano con l’Asi, l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), il mondo dell’università e dell’industria.
“Solar Orbiter studierà il controllo del Sole sull’eliosfera, l’invisibile bolla in cui la stella proietta i suoi effetti sul nostro sistema planetario, analizzando ad esempio macchie ed eruzioni solari”, ha spiegato Denise Perrone, responsabile per l’Asi dello strumento SWA (Solar Wind Analyzer) che studierà il vento solare, uno dei dieci della missione.
Per catturare il soffio del vento solare Solar Orbiter volerà come a una distanza ravvicinata al Sole, circa 42 milioni di chilometri, inferiore a quella di Mercurio. Potrà, ad esempio, “osservare per la prima volta i poli del Sole”, ha spiegato Marco Stangalini, responsabile per l’Asi dello strumento Metis, progettato negli stabilimenti di Torino della Thales Alenia Space (Thales-Leonardo) per studiare la corona solare. “Si tratta della zona dove si origina e viene accelerato il vento solare. Possiamo considerare la corona come l’atmosfera del Sole”, ha spiegato Stangalini.
Protetta da uno scudo termico, realizzato anche questo dalla Thales Alenia Space, che la ripara da una radiazione solare quasi 13 volte superiore a quella che riceve la Terra e con temperature superiori a 500 gradi, la sonda è anche programmata per scattare immagini spettacolari della superficie del Sole, con una risoluzione mai raggiunta finora. Merito anche del coronografo Metis che, conclude Stefano Cesare, della Thales Alenia Space, “oscurerà la luce del disco solare, creando un’eclissi artificiale come fa la Luna, e permettendo così di guardare in dettaglio che cosa avviene nella corona del Sole”.