Pubblicato il: 03/12/2019 15:11
Dopo il pirotecnico concerto dedicato a Beethoven che ha concluso la scorsa stagione sinfonica, Gustavo Dudamel – sicuramente tra le più interessanti e influenti bacchette della scena internazionale – torna a Roma per dirigere l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e per proseguire con la stessa in una tournée italiana. Per i concerti in programma, giovedì 5 dicembre ore 19.30 (repliche venerdì 6 ore 20.30 e sabato 7 ore 18, Sala Santa Cecilia, Auditorium Parco della Musica), il direttore venezuelano ha scelto la Sinfonia dalla Semiramide di Rossini, la Sinfonia n. 2 di Schubert e la Sinfonia n. 1 di Brahms.
Tratta dalla ‘Sémiramis’ di Voltaire e dalla vita della regina Semiramide, l’opera di Rossini è famosa per essere l’ultima composta per i teatri italiani (1823), prima del trasferimento a Parigi, ma anche per la sua Sinfonia iniziale, considerata una delle più complesse ed elaborate che il compositore pesarese abbia mai scritto, con atmosfere che oscillano tra il drammatico e il gioioso. Dopo la parentesi italiana, Dudamel e l’Orchestra affronteranno la Sinfonia n. 1 di Brahms. Il critico Eduard Hanslick nella sua recensione alla prima esecuzione di Vienna del 1876 aveva richiamato più volte il tardo stile di Beethoven, di cui la neonata composizione testimoniava la diretta continuità, mentre il celebre direttore Hans von Bülow la definì la “Decima di Beethoven”.
Il concerto si conclude con la Sinfonia n. 2 di Schubert, opera che impegna il compositore tra la fine del 1814 e i primi mesi del 1815 per quindici settimane, un tempo lunghissimo paragonato alle più rapide gestazioni della Prima e della Terza, nate in pochi giorni. La Seconda di Schubert, che manca dal cartellone ceciliano dal 1996, come le altre sinfonie del compositore austriaco, non fu mai eseguita quando l’autore era in vita, bisognerà aspettare infatti circa cinquant’anni per la sua prima esecuzione (Londra 1877).
Adnkronos.