Pubblicato il: 12/12/2019 16:19
Ci sono cacciatrici e ninfe, pastorelli e fauni. La mitologia classica che si intreccia alla straordinaria partitura di Delibes ricca nei ritmi, nelle armonie e nelle melodie. E poi l’amore che supera la forza grazie alla freccia che Eros scaglia su Sylvia, ninfa di Diana, che cede alla passione per Aminta. E’ la ‘Sylvia‘ firmata Manuel Legris che il 17 dicembre apre la stagione del balletto alla Scala, (con l’anteprima per gli under 30 in calendario sabato prossimo e repliche fino al 14 gennaio 2020) nella versione creata per lo Staatsballett di Vienna di cui Lagris è direttore.
“Avevo pensato a questa coreografia per l’opera di Vienna – spiega Legris -. Ed era importante per me continuare sulla linea del grande balletto classico. Ricordo di aver visto ‘Sylvia’ per la prima volta durante una produzione straordinaria nel 1975 a Parigi con scene magnifiche e un grande affresco storico con tanti ruoli e la possibilità di valorizzare tutti i componenti della compagnia. Ho pensato che fosse il titolo ideale. Per me è quasi come un sogno, vederlo alla Scala è grandioso e ho trovato una compagnia di ballerini fantastici in grandissima forma e di qualità. In particolare, le due interpreti di Silvia, Martina Arduino e Nicoletta Manni, sono straordinarie e per me è un grande onore portare questo titolo alla Scala”.
Ispirato al dramma pastorale ‘Aminta’ di Torquato Tasso, ‘Sylvia ou la Nymphe de Diane, il balletto, andato in scena per la prima volta all’Opéra di Parigi nel 1876, “si basa sull’amore, sul potere e sulla posizione della donna – sottolinea il Legris – e sulla forza che viene liberata dall’amore, è un tema che trovo molto attuale”. A trionfare è la partitura di Delibes, che trovò in Caikovskij un convinto ammiratore.
“La migliore recensione della musica di Delibes viene da Caikovskij – rimarca il direttore d’orchestra Kevin Rhodes – che aveva detto ‘se l’avessi ascoltata prima non avrei scritto il ‘Lago dei cigni”. Nei balletti dell’800 la musica destinata ai personaggi femminili è di solito morbida e tenue, molto romantica, come gli archi che suonano melodie fascinose o i legni ma in ‘Sylvia’ è l’opposto, ha una musica piena di fuoco ed energia con elementi wagneriani e, dall’altra parte, la variazione del protagonista maschile è affidata a un flauto solo accompagnato da due clarinetti”.
Legris, nel solco della tradizione francese, ha dato nuova vita e nuova veste a uno dei grandi classici dell’800, esaltato anche dall’allestimento di Luisa Spinatelli, di grande impatto visivo. A vestire i panni di ‘Sylvia’ saranno Martina Arduino, in scena all’’Anteprima Giovani’ del 14 dicembre, alla prima del 17 dicembre e poi nelle repliche del 29 dicembre e nelle sere dell’ 11 e del 14 gennaio e Nicoletta Manni, nelle recite del 18, 21 e 31 dicembre ed anche il 3 gennaio. E poi Maria Celeste Losa nella recita pomeridiana Invito alla Scala del 14 gennaio. Nel ruolo di Aminta, invece, si alterneranno Claudio Coviello, Marco Agostino e Nicola Del Freo, in quello di Orione Christian Fagetti, Gabriele Corrado e Marco Agostino. Eros sarà Nicola Del Freo, poi Mattia Semperboni e Christian Fagetti, mentre Diana sarà impersonata da Maria Celeste Losa e da Alessandra Vassallo.
“Debutto per prima volta in questo ruolo – osserva Nicoletta Manni – Sylvia è una donna forte, coraggiosa, una guerriera che sento molto vicina a me perché mi piace essere una donna forte. In scena sarà una sfida perché si tratta di un ruolo difficile e impegnativo. Pur essendo guerriera, Sylvia nasconde un lato romantico che scoprirà grazie ad Eros e in scena si vedrà anche questo lato più umano”.
Adnkronos.