Iniziano a circolare i primi dubbi sulla clamorosa scoperta del buco nero ‘impossibile’ della Via Lattea, annunciata a fine novembre sulla rivista Nature. La presunta massa di questo mostro cosmico, stimata pari a 70 volte quella del Sole e per questo considerata inspiegabile secondo le attuali teorie, potrebbe essere in realtà frutto di un errore di valutazione. A indicarlo sono tre studi indipendenti comparsi su arXiv, il sito che traccia le ricerche non ancora sottoposte a revisione per la pubblicazione ufficiale su riviste scientifiche.
I tre lavori, prodotti dall’Università della California a Berkeley, dall’Università Cattolica di Lovanio in Belgio e da una collaborazione internazionale guidata dall’Università di Auckland della Nuova Zelanda, pongono l’accento su un presunto errore riguardante la luce che è stata interpretata come emissione del disco di accrescimento del buco nero. In realtà questa radiazione sarebbe dovuta alla stella compagna che col buco nero forma il sistema binario LB-1. Questa sorta di illusione ottica avrebbe determinato un’errata stima della massa del buco nero, che non sarebbe pari a 70 volte quella del Sole, bensì inferiore alle 20 masse solari, un valore assolutamente compatibile con i modelli teorici.
Questo lascia intendere che in fin dei conti il buco nero, situato a 15.000 anni luce da noi, non sarebbe destinato a riscrivere i modelli di evoluzione delle stelle che spiegano la formazione dei buchi neri, così come invece faceva pensare lo studio pubblicato a novembre su Nature dall’Accademia Cinese delle Scienze con la partecipazione di Mario Lattanzi dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).