Giovedì 19 dicembre la convocazione per eleggere il presidente e i due vice. Braccio di ferro tra i Cinquestelle Lannutti, Ruocco e Bottici. Ma c’è anche il nome di Raphael Raduzzi.
di Davide Colombo
Risparmiatori manifestano davanti a Montecitorio (foto Ansa)
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Fino a settimana scorsa l’obiettivo non dichiarato era di rinviare ancora la prima convocazione della Commissione d’inchiesta sulle crisi bancarie a dopo Natale. Ma il commissariamento della Popolare di Bari e le prese di posizione di Luigi Di Maio hanno cambiato completamente lo scenario. Giovedì 19 dicembre la Commissione si riunirà e cercherà di nominare il suo presidente, i due vice e i due segretari. Formalità tutt’altro che scontata per avviare i lavori su un primo calendario tematico. Che potrebbe partire, come vuole il capo dei Cinquestelle, dalla richiesta di pubblicazione «dei nomi e i cognomi dei debitori che hanno creato il buco della Popolare di Bari».
Quattro nomi in pista per la presidenza
In lizza per la guida della Commissione attualmente circolano solo nomi a Cinquestelle, oltre all’indiscrezione che un braccio di ferro è ancora in corso per capire su chi, alla fine, cadrà la scelta del MoVimento: Elio Lannutti, Carla Ruocco e Laura Bottici. Ma se Lannutti facesse un passo indietro la scelta potrebbe andare su un altro nome ancora: Raphael Raduzzi (commissione Bilancio Camera). Per i due vicepresidenti e i due segretari si procederà con un’intesa tra maggioranza e opposizione, tutta da trovare.
Procura nazionale contro i crimini finanziari
Un anno fa, quando la legge istituiva della nuova Commissione venne approvata con voto pressoché unanime di Camera e Senato, si sosteneva che un punto di partenza avrebbe potuto coincidere con alcuni dei contenuti della relazione finale della vecchia Commissione Casini, che chiuse i suoi lavori nel gennaio del 2018. L’obiettivo, si diceva un anno fa, era sì di approfondire molte questioni rimaste opache ma, anche, di procedere con proposte normative condivise. Tra queste c’era la creazione di nuove fattispecie penali che sanzionino le condotte di gestione fraudolenta e di truffa di mercato anche in assenza di declaratoria di insolvenza, la creazione di Procure distrettuali per i reati finanziari e di una Procura nazionale di coordinamento, la procedibilità d’ufficio per i reati di infedeltà patrimoniale e corruzione privata, se commessi in seno ad istituti bancari o a società quotate o con azionariato diffuso, la definizione del luogo di commissione dei reati di aggiotaggio per meglio determinare la competenza per territorio.
Più poteri a Bankitalia?
Per Bankitalia si proponeva poi di attribuire i poteri investigativi che ha oggi la Consob e, quindi, l’utilizzo della polizia giudiziaria per effettuare accessi, ispezioni e perquisizioni. Non solo. Con una riforma di due articoli del testo unico sulla finanza, le due Authority avrebbero dovuto essere obbligate a trasmettersi i verbali integrati delle ispezioni con una comunicazione sintetica delle prescrizioni comunicate all’istituto di credito e da pubblicare poi nel prospetto informativo. Tutte proposte rimaste sulla carta e che ora potrebbero tornare a essere ridiscusse.
Le nomine in via Nazionale
Ma il clima, tanto per cambiare, s’è intanto riacceso. E il nuovo avvio di una nuova Commissione d’inchiesta sulle banche (che sulla carta durerà tutta la legislatura) arriva in coincidenza con un nuovo passaggio di nomine ai vertici di Bankitalia. L’uscita del dg Fabio Panetta, che passa alla Bce da gennaio, innesca una procedura che quasi certamente non partirà venerdì 20 dicembre, data di convocazione del Consiglio superiore. Si potrebbe decidere a gennaio con l’indicazione del nuovo dg nelle mani del governatore, Ignazio Visco: il nome dato da tempo per scontato è quello di Daniele Franco. Ma si tratta di verificare se palazzo Chigi non creerà intoppi. La sua promozione a dg e presidente Ivass aprirebbe un posto nel Direttorio, per il quale ad oggi si fa il nome di Piero Cipollone, da due mesi nominato funzionario generale e per un anno consigliere economico del premier Giuseppe Conte, fino al settembre scorso. Ma c’è anche come alternativa Eugenio Gaiotti, capo del dipartimento, Capo del Dipartimento Economia e statistica della Banca d’Italia.