Orari: lunedì – venerdì 9.30 – 18. Sabato e domenica 9.30 – 19. Chiuso martedì. venerdì 14 febbraio, 13 marzo, 17 aprile, 15 maggio 18 – 22.30
Curatori: Simone Facchinetti, Francesco Frangi, Paolo Plebani, M. Cristina Rodeschini
La mostra di Accademia Carrara Bergamo, a cura di Simone Facchinetti, Francesco Frangi, Paolo Plebani e M. Cristina Rodeschini, non solo indaga il talento di un pittore troppo poco noto ma pone, grazie a importanti prestiti, nazionali e internazionali, l’attenzione verso un capitolo straordinario della pittura tra Cinquecento e Seicento, cercando di dare alcune risposte.
Dalle opere del maestro Tiziano, a esempi della pittura veneta con Veronese, Tintoretto, Parrasio Micheli, Bernardino Licinio e Paris Bordon, dalle opere dell’allievo Caravaggio a esempi di pittura lombarda con Antonio Campi, Giovan Ambrogio Figino e Giovanni da Monte. Un percorso espositivo che, anche grazie ad affascinanti testimonianze, come l’edizione veneziana del 1568 dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto e le Rime di Giovan Paolo Lomazzo del 1587, permetterà al pubblico di immergersi nella cultura, nei gusti, nelle tendenze di un’epoca d’oro, in un viaggio emozionante e di scoperta.
Nove le sezioni previste: la formazione e la giovinezza di Simone Peterzano, all’ombra di Tiziano; iconografia della musica; soggetti erotici; Angelica e Medoro: echi e riflessi letterari; Peterzano e la pratica del disegno tra Veneto e Lombardia; l’arrivo a Milano: le pale per i Barnabiti; la Milano di Carlo Borromeo; l’affermazione lombarda di Peterzano; Michelangelo Merisi da Caravaggio.
Tra Venezia e Milano
Peterzano si forma a Venezia, seppur la famiglia sia di origini bergamasche e, orgogliosamente, si firmerà per lungo tempo “Titiani alumnus”, una volta a Milano porta con sé l’onore per il maestro e i riferimenti stilistici e culturali, i temi sacri così come profani, le suggestioni di luce e colore vivace della pittura veneziana. A Milano Simone Peterzano arriva dunque come una novità rispetto ai colleghi presenti nel territorio e, in poco, si afferma e riceve importanti commissioni. La sua bottega cresce, tanto da includere allievi come il giovane Caravaggio, mentre il suo linguaggio va avvicinandosi a soluzioni proprie del modo lombardo, nell’ottica controriformista codificata da Carlo Borromeo. Questo passaggio stilistico è tale da dover attendere studiosi come Roberto Longhi e Mina Gregori per risolvere sovrapposizioni tra opere autografe di Peterzano e pittori lombardi suoi coetanei.
Il maestro Tiziano
L’analisi delle opere superstiti relative a questa fase iniziale del suo percorso portano alla prima metà degli anni Cinquanta del Cinquecento, quando l’artista era circa vent’enne. Quanto invece al suo alunnato in laguna presso Tiziano è lo stesso pittore a fornirci informazioni esplicite, ponendo spesso in calce alle sue firme l’indicazione “Titiani alumnus”, leggibile anche nell’unico Autoritratto noto, riferibile al 1589. Protrattasi fino ai primi anni Settanta del Cinquecento, la stagione veneziana di Peterzano è stata a lungo trascurata negli studi, anche per l’assenza di opere datate o documentate. Le ricerche degli ultimi decenni hanno però segnato un’inversione di tendenza e messo a fuoco il carattere fondamentale di quell’esperienza, assegnando in modo pressoché concorde agli anni lagunari del pittore un nucleo ormai piuttosto consistente di dipinti, fortemente influenzate dal maestro e dalla cultura artistica veneta.
Opere di Tiziano in mostra:
Annunciazione, olio su tela, Venezia, Scuola Grande di San Rocco
Resurrezione di Cristo, olio su tela, Urbino, Galleria Nazionale delle Marche
San Girolamo penitente, olio su tela, Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza
Suonatore di organo e Venere con Cupido, olio su tela, Madrid, Museo del Prado
Marte, Venere e Amore, olio su tela, Vienna, Kunsthistorisches Museum
L’allievo Caravaggio
È riconducibile intorno al 1584 l’ingresso nella bottega del giovanissimo Caravaggio, all’epoca non ancora tredicenne, il cui contratto di apprendistato (presente in mostra grazie al prestito dell’Archivio di Stato di Milano) prevedeva la permanenza per quattro anni nello studio di Peterzano che si impegnava a insegnare all’allievo il mestiere di pittore e a fornirgli vitto e alloggio. Per quanto l’effettivo ruolo svolto da Caravaggio accanto al maestro, così come l’intera precoce fase milanese dell’artista, siano tuttora avvolti nel mistero, il rapporto di discepolato presso Peterzano dovette rappresentare un passaggio nodale nella formazione del Merisi. Al di là dei suggestivi rimandi alle invenzioni del maestro individuabili in alcune delle prime opere romane di Caravaggio (valga per tutti il rapporto tra il Bacchino malato della Galleria Borghese a Roma e il disegno preparatorio di Peterzano per una delle Sibille affrescate a Garegnano, conservato presso il Castello Sforzesco di Milano che partecipa al progetto espositivo con il prestito di un importante nucleo di opere su carta – entrambi presenti in mostra), la frequentazione costituì per il giovane allievo l’occasione di un approfondimento delle esperienze naturalistiche e luministiche del Cinquecento lombardo, fondamentale riferimento stilistico e culturale di tutta la sua attività.
Opere di Caravaggio in mostra:
Bacchino malato, olio su tela, Roma, Galleria Borghese
Concerto, olio su tela, New York, The Metropolitan Museum of Art