La Giunta Solinas vara il Piano casa con la previsione dell’aumento delle cubature per le strutture turistiche anche nei 300 metri dalla battigia. E subito gli ambientalisti partono all’attacco, denunciando che così si riprende a cementificare le coste della Sardegna.
“Non comprendono proprio la differenza fra cemento e turismo e in questo modo intrattengono il loro pubblico votante”, denuncia Stefano Deliperi, ‘anima’ del Grig, il Gruppo d’intervento giuridico. “Cazzuola e mattoni, indipendentismo d’obbedienza leghista, al massimo un pizzico di disinvoltura di matrice berlusconiana, l’orizzonte politico è quello”, argomenta. “Normative di salvaguardia costiera e piano paesaggistico sono obblighi non derogabili – spiega Deliperi – previsti da leggi nazionali in attuazione dei principi costituzionali”.
“Noi – ricorda il portavoce del Grip – siamo riusciti a far annullare dai giudici amministrativi i piani territoriali paesistici del 1993, che tutelavano le speculazioni immobiliari e non l’ambiente, abbiamo contribuito ad affossare il tentativo dell’Amministrazione regionale Cappellacci di stravolgere il Ppr, abbiamo contribuito a fermare le norme eversive della pianificazione paesaggistica proposte dalla Giunta Pigliaru. Non ci spaventano certo le battaglie per la salvaguardia del territorio sardo e, in particolare, della sua parte più pregiata, le coste – avverte Deliperi – C’è una sensibilità ambientale sempre più forte, trasversale, diffusa. Volete ancora provarci? Avrete la risposta adeguata”.