L’aumento della temperatura globale provoca non solo cambiamenti del clima, come conseguenza di cambiamenti che si verificano nella circolazione generale atmosferica può mettere in serio pericolo le forniture globali alimentari.
Una recentissima ricerca, condotta dalla Columbia University, ha analizzato l’impatto dell’aumento termico nelle colture e, in particolare, gli effetti colturali della distribuzione delle basse e alte pressioni a livello planetario.
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Non è una novità che la corrente di getto venga alterata dalla fusione dei ghiacci, dalla conseguente variazione di temperatura e salinità degli oceani e dei mari, nonche dalla distribuzione del calore lungo la superficie terrestre.
Questo studio dimostra che alcuni tipi di onde nella circolazione atmosferica possono essere amplificate e quindi bloccate in una determinata posizione per periodi prolungati (blocchi atmosferici appunto), generando ondate di calore che potrebbero influenzare pesantemente le colture.
Le regioni planetarie più colpite sarebbero soprattutto il Nord America, l’Europa e l’Asia, laddove viene prodotta un quarto dell’offerta alimentare mondiale.
Secondo i ricercatori il rischio è 20 volte maggiore quando si verificano contemporaneamente ondate di calore e freddo (per capirci, un’ondata di caldo in Europa e contemporaneamente un’ondata di caldo negli Stati Uniti piuttosto che in Asia) nelle principali regioni produttive, determinando in tal modo un progressivo declino colturale.
Il lavoro dimostra che durante le stagioni in cui si sono verificate queste onde amplificate durante due o più settimane d’estate, la produzione di cereali è diminuita del 4% (intesa come la media calcolata in tutte le regioni colpite), raggiungendo l’11% in una singola regione.
Pubblicato da Ivan Gaddari