Pubblicato il: 07/01/2020 12:03
L’Australia brucia e con lei la specie simbolo di questa terra: sarebbero circa 8.000 i koala dispersi nelle fiamme che, nella costa nord del New South Wales, hanno già ucciso circa il 30% dell’intera popolazione di questa specie. Una notizia gravissima, dato che in tutta la regione – prima che iniziassero gli incendi – i koala erano solo circa 28.000.
La maggior parte dei koala della costa orientale australiana, infatti, vive all’interno del cosiddetto “triangolo dei Koala“, regione in cui la specie potrebbe estinguersi in soli 30 anni. Ora si teme che intere specie animali e vegetali endemiche dell’Australia possano andare perdute per sempre. Anche Kangaroo Island, l’isola dei canguri meta ambita dai turisti, è stata evacuata per l’emergenza incendi: un altro scrigno di natura divorato dalle fiamme che nessuno potrà più vedere come prima.
I dati degli incendi. Solo nel Nuovo Galles del Sud sono bruciati più di 4 milioni di ettari, pari al doppio della Lombardia, e il numero aumenta. Secondo le ultime stime dell’Università di Sydney, circa 480 milioni di mammiferi, uccelli, rettili e altri animali sono morti a causa dei devastanti incendi boschivi del 2019, mentre nelle Blue Mountains solo a novembre e dicembre è andato bruciato il 50% delle riserve naturali.
Incendi: di chi è la colpa? Per Isabella Pratesi, direttore del programma di Conservazione del Wwf Italia, che in questi giorni si trova in Tasmania, soprattutto di siccità e temperature bollenti, causate dal riscaldamento globale, che hanno trasformato le foreste in prede facilmente divorabili dalle fiamme. Già nel 2009, un rapporto del governo australiano indicava come “le proiezioni climatiche modellizzate mostrano che gran parte dell’Australia meridionale potrebbe diventare più calda e secca. Tale previsione suggerisce che, entro il 2020, i giorni di pericolo di incendio estremo nel sud-est dell’Australia potrebbero verificarsi dal 5 al 65% in più di quanto non avvenga attualmente”.
Adnkronos.