Pubblicato il: 08/01/2020 14:14
Il 2019 è stato il quinto di una serie di anni eccezionalmente caldi che hanno registrato, tutti, temperature da record, e il secondo anno più caldo mai registrato a livello globale. Per l’Europa è stato l’anno più caldo mai registrato. Lo rileva il Copernicus Climate Change Service che, in collaborazione con Copernicus Atmosphere Monitoring Service, rivela anche che i livelli di concentrazioni di CO2 nell’atmosfera hanno continuato ad aumentare.
I dati mostrano che gli ultimi cinque anni sono stati i più caldi mai registrati, il 2019 è il secondo anno più caldo di sempre e il periodo dal 2010-2019 ha registrato temperature da record. L’anno appena trascorso ha registrato temperature superiori alla media del periodo 1981-2010 di 0,6 gradi centigradi e la temperatura media degli ultimi 5 anni è stata maggiore di 1,1 e 1,2 gradi centigradi rispetto al livello preindustriale definito dall’Ipcc.
Con il 2019, l’Europa ha vissuto il suo anno solare più caldo, di poco superiore al 2014, 2015 e 2018. Inoltre, secondo le misurazioni satellitari delle concentrazioni globali di CO2 atmosferica, in quest’anno la CO2 ha continuato a crescere.
“Questi sono indiscutibilmente segnali allarmanti – commenta il direttore di ECMWF Copernicus, Jean-Noàl Thépaut – Vedere uno o più mesi molto più caldi del recente periodo di riferimento è senza dubbio sconcertante, ma non rappresenta in quanto tale una tendenza climatica”.
Per determinare le possibili tendenze a lungo termine legate al cambiamento climatico, servono osservazioni risalenti a un lungo periodo nel passato, pertanto “confrontiamo anche i nostri dati con i dati climatici che risalgono all’era preindustriale per accertare che si trattino di tendenze climatiche a lungo termine”.
Il riscaldamento più importante rispetto alla media del 1981-2010 si è verificato in Alaska e in altre vaste parti dell’Artico. La maggior parte delle aree terrestri sono state più calde della media, in particolare in Europa orientale e meridionale, Africa meridionale e Australia. Al contrario, il Canada centrale e sudorientale ha registrato temperature medie annue inferiori alla media.
In Europa tutte le stagioni sono state più calde della media, in particolare l’estate e l’autunno sono al quarto posto tra i mesi più caldi mai registrati. Nessuna delle stagioni è stata da record in termini di temperatura media, ma l’Europa ha comunque vissuto il suo anno solare più caldo mai registrato, di poco superiore al 2014, 2015 e 2018.
Un’analisi più dettagliata del clima in Europa sarà presentata da Copernicus nel suo Rapporto sullo stato europeo del clima 2019, che verrà pubblicato in aprile.
L’analisi dei dati satellitari indica che le concentrazioni di biossido di carbonio hanno continuato ad aumentare negli ultimi anni, anche nel 2019. Le concentrazioni di CO2 derivate dal satellite sono rappresentative del rapporto di miscelazione di CO2 mediato a colonna, indicato anche come XCO2. Si tratta di una combinazione di due set di dati generati da C3S e CAMS.
Il tasso di crescita XCO2 medio stimato per il 2019 è di 2,3 a 0,8 ppm/anno. Questo è più elevato del tasso di crescita nel 2018, che era di 2,1 x 0,5 ppm/anno, ma inferiore al 2,9 x 0,3 ppm/anno registrato nel 2015. Il 2015 è stato influenzato dall’effetto del El Nino, che ha portato a un tasso di crescita atmosferica più elevato a causa di un assorbimento di CO2 atmosferica più debole della media da parte della vegetazione terrestre e delle grandi emissioni di CO2 provocate dai numerosi incendi, come ad esempio in Indonesia.
Secondo l’ultimo bollettino climatico, nel mese di dicembre del 2019 le temperature globali sono state alla pari di dicembre 2015, che sono stati quindi i due mesi di dicembre più caldi mai registrati. Dicembre 2019 è stato più caldo di 0,7 gradi centigradi rispetto alla media del periodo da 1981-2010. La temperatura media in Europa è stata di 3,2 gradi centigradi più elevata rispetto a quella del periodo di riferimento standard (1981-2010). Per i paesi europei è stato il dicembre più caldo registrato.
C3S e CAMS sono entrambi implementati dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio raggio per conto dell’Unione europea. I servizi forniscono dati di qualità garantiti sulle temperature 2019 e sui livelli di CO2, tra le molte altre variabili climatiche. Questo aiuta i policy maker, le organizzazioni e gli individui a fare scelte consapevoli sulla mitigazione dei cambiamenti climatici e sulla qualità dell’aria che respiriamo.
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