L’Ue taglia stime Pil Italia: fatica a uscire dalla stagnazione
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Superato lo scoglio della manovra 2020, il Governo avvia il nuovo anno con una serie di urgenze cui dare risposta in tempi ravvicinati. La prima emergenza riguarda la crescita, che si aggira tra lo 0,1% atteso per l’anno appena conclusosi e lo 0,6% della previsione per il 2020. Obiettivo che peraltro sconta un effetto espansivo (tutto da verificare in corso d’opera) dello 0,2% per effetto delle misure contenute nella manovra, a partire dal taglio di 3 miliardi del cuneo fiscale che partirà dal prossimo luglio.
Il mutato scenario internazionale
Il nodo della crescita si intreccia con la verifica politica in corso nella maggioranza, e va ora calibrato alla luce del mutato scenario internazionale. Il 2020 si è aperto all’insegna dei venti di guerra che spirano in Medio Oriente in seguito all’uccisione da parte americana del generale iraniano Qassam Soleimani. L’oro è volato ai massimi, il petrolio continua ad apprezzarsi nel timore di un’escalation del conflitto, con gli investitori alla ricerca di beni rifugio.
Stime per la crescita a rischio
Se la situazione di grave tensione nell’area si prolungherà nel tempo, com’è lecito prevedere, dovranno essere riviste al ribasso anche le stime per la crescita sia dell’intera Eurozona che del nostro paese, già pesantemente minacciate dagli effetti della guerra dei dazi, dall’imminente Brexit e dal rallentamento registrato nel 2019 dall’economia tedesca. Per provare a invertire la tendenza e stimolare per quanto possibile la crescita, il Governo dovrà agire in fretta e lanciare segnali precisi in grado di modificare in positivo le aspettative, che in economia sono decisive.
Green new deal da accelerare
Come? Accelerando per quanto possibile il piano italiano per il Green new deal che vale 33 miliardi nei prossimi 15 anni, ma che potrebbe non produrre gli effetti sperati se ancora una volta il volume degli investimenti che s’intende attivare non troverà concreta e immediata attuazione in opere da realizzare in tempi rapidi. Il problema per il nostro paese non è nella carenza di risorse, che tra fondi comunitari e risorse proprie pare largamente sufficiente ad attivare l’auspicato effetto leva sull’economia, quanto nella capacità di dare concreta attuazione agli investimenti programmati.
Riforma fiscale da anticipare
Occorre in poche parole una vera svolta in direzione della semplificazione degli adempimenti burocratici e amministrativi e un costante monitoraggio sullo stato di avanzamento dei diversi progetti. Anticipare poi (compatibilmente con le risorse effettivamente disponibili) alcune delle misure cui il governo sta cominciando a lavorare in vista della manovra 2021, a partire da una riforma fiscale che sostenga in consumi, potrebbe costituire l’altro asso nella manica per far fronte all’avverso ciclo economico internazionale.