La partita l’hanno vinta loro: sono infatti stati assolti nel processo di appello i 12 attivisti ambientalisti che erano stati in prima istanza condannati a pagare complessivamente più di 20.000 euro di multa (o a scontare 20 giorni di prigione a testa) e a vedere segnata la loro fedina penale per aver organizzato, vestiti da tennis, una manifestazione pacifica all’interno di un’agenzia del Credit Suisse a Losanna, istituto di credito che sponsorizza Roger Federer e che investe ancora cifre enormi nell’energia da combustibili fossili.
“Sirogersavait”, “Se Roger lo sapesse” era stato il loro slogan. Un modo per dare visibilità al problema, provocando anche possibilmente una reazione nel grande campione svizzero. I fatti risalivano al novembre del 2018. Il gruppo aveva occupato l’atrio della banca per un’ora e mezza denunciando “l’ipocrisia di una banca che utilizza l’immagine positiva di Roger Federer nelle sue campagne, perseguendo al tempo stesso una politica di investimenti dannosi per l’ambiente”.
Credit Suisse aveva sporto denuncia. La Polizia li aveva arrestati per violazione di domicilio, manifestazione non autorizzata e resistenza agli ordini della Polizia. E avevano subito una prima condanna.
Ma hanno fatto ricorso in appello, grazie al supporto di un team di 13 avvocati che si sono resi disponibili “pro bono” a sostenere che il loro agire contro alcune leggi fosse per battersi in una situazione di emergenza di interesse generale.
La scorsa settimana, nei giorni del processo d’appello, il mondo ambientalista si era mosso a sostegno dei 12 giovani, di età compresa tra i 21 e i 34 anni, trasformando lo slogan in “Rogerwakeupnow”, Roger svegliati!. Anche Greta Thunberg aveva ritwittato l’appello.
E Federer aveva risposto:“Prendo molto sul serio gli effetti e le minacce dei cambiamenti climatici. Come padre di quattro figli e appassionato sostenitore dell’educazione, ho un grande rispetto e ammirazione per il movimento per il clima giovanile”
Ora anche il giudice ha dato ragione agli attivisti “climatici”. Il presidente del tribunale, Philippe Colelough, ha riconosciuto la legittima necessità in cui gli attivisti hanno agito e ha giudicato l’azione “necessaria e proporzionata” vista l’emergenza climatica. Ha definito l’iniziativa “l’unico modo efficace per far sì che la banca rispondesse” e “l’unico modo per ottenere la necessaria pubblicità” dai media e dal pubblico.
L’assoluzione ha scatenato la gioia nell’aula del tribunale cantonale di Renens, dove si erano riunite un centinaio di persone. “Questa sentenza dimostra che la nostra azione ha un significato. Deve essere ascoltata in tutto il mondo”, ha commentato una delle manifestanti assolte.
“È un segnale molto forte per questa generazione. Il loro futuro ha la precedenza sugli interessi finanziari di una banca”, ha aggiunto Irene Wettstein, uno degli avvocati impegnati nella difesa degli attivisti.
Un simile verdetto “non osavamo neppure sognarlo”, ha dichiarato Raphaël Mahaim, un altro dei tredici legali difensori degli attivisti, che è anche membro del gruppo dei Verdi nel Gran Consiglio vodese. Di fronte ai cambiamenti cliamtici “il nostro modo di agire deve cambiare. Non possiamo più essere passivi e stare a guardare” ha aggiunto.
Dal Credit Suisse arriva la dichiarazione, rilasciata all’agenzia Keystone-ATS, che la banca “prende atto della sentenza e analizzerà la decisione”.
A conclusione del processo d’appello ha comunque voluto sottolineare che lo stato di necessità non può essere applicato a tutte le situazioni e che gli attivisti processati a Renens non avevano fatto ricorso alla violenza né danneggiato alcunché durante la loro manifestazione.
Federer intanto si prepara per gli Open d’Australia partecipando all’esibizione “Rally for relief”, a supporto delle vittime e dei danni provocati dagli incendi nell’Est Australiano. Particolarmente virulenti a causa della siccità prolungata e delle temperature molto alte di questa estate. C’entrano i cambiamenti climatici? Sì? Ora Roger lo sa.