Certi amori restano appiccicati dentro, al di là di ogni ragionevole scelta. E così è stato per Sandra Milo, 85 anni il prossimo 11 marzo, che in una recente intervista a Leggo ha nuovamente ricordato colui che in assoluto ha amato di più: il grande Federico Fellini, il regista che l’ha diretta in film simbolo del cinema come 8 e ½ e Giulietta degli Spiriti,
Il grande amore: “Dormo con la sua foto”
L’attrice, intervistata di recente da Leggo, ha raccontato come avvenne l’incontro con quello che sarebbe diventato l’amore della sua vita. Accadde a Fregene: “Mi parve subito bellissimo, aveva lo sguardo avvincente, un sorriso quasi infantile, con i denti piccoli, una bocca innocente. L’ho amato dal primo istante” ha raccontato l’attrice, che poi ha confessato: “Dormo con la sua foto accanto”. La Milo racconta di come Fellini si sia accorto di essersi innamorato dopo anni dall’inizio della storia.
La scelta di dire “No”
E fu in quel momento che il regista lasciò la sua compagna per la Milo: “Mi disse che era pronto a lasciare Giulietta Masina, voleva passare il resto della vita con me. Avevo sognato quelle parole tante volte, ma non ho accettato la proposta. Ho avuto paura di sciupare un amore così bello con la quotidianità. Forse sono stata egoista. Per tutelare il mio sentimento, non ho pensato a lui”. E quel sentimento per la Milo è ancora vivo. “Lo amo come il primo giorno e sono certa che lo incontrerò di nuovo”.
Tra le storie d’amore della Milo c’è stata quella con Bettino Craxi. “Sì, ma l’amore amore è stato solo uno, ha precisato più volte: Federico. Ancora oggi ci parlo come se fosse qua. Sono stata anche molto felice sessualmente con lui, aveva detto in passato in un’altra intervista. Non mi fraintenda: quando facevo l’amore mi sembrava di essere la terra, il cielo, gli alberi, la tempesta, la neve, l’universo intero che si concentravano in quell’atto”.
La violenza in treno
Nel 2014 l’attrice decise di rendere pubblico un fatto che ha gravemente condizionato la sua vita. Ovvero una violenza subita nell’81 sul treno che da Roma la portava a Torino per un impegno di lavoro. Rimpiange il fatto di non aver denunciato allora l’accaduto, la violenza fisica e morale subita. Ma anche i suoi uomini furono volenti. Moris Ergas una volta “la picchiò a sangue” e Ottavio De Lollis le ruppe il naso. Lei però evitò di denunciarli. “Mi sembrava una cosa brutta, racconta, mi vergognavo; non tanto per me, quanto per loro…”.