Pubblicato il: 21/01/2020 12:09
Ogni anno in Italia si stima vengano immesse illegalmente nel mercato nazionale tra le 30 e le 40mila tonnellate di pneumatici a cui si legano un mancato versamento del contributo ambientale per la loro raccolta e riciclo, pari a un totale di circa 12 milioni di euro, evasione dell’Iva stimabile in circa 80 milioni di euro e un’esposizione al rischio di abbandono nell’ambiente di pneumatici fuori uso (Pfu) derivanti da attività illegali, che non esistono e sono dunque fuori dalle regole del sistema nazionale di gestione di questi rifiuti.
Nonostante il ministero dell’Ambiente dal gennaio 2019 abbia imposto ai consorzi che curano raccolta e recupero di Pfu un innalzamento del target di gestione pari al +5%, i flussi illegali continuano a condizionare il funzionamento del sistema e a penalizzare l’attività degli operatori onesti. I Pfu generati illegalmente infatti, finiscono per confondersi nella massa complessiva di Pfu da raccogliere, facendo saltare gli obiettivi fissati ogni anno e causando due impatti negativi: l’accumulo di Pfu nei piazzali degli operatori e il rischio di abbandoni illegali nell’ambiente.
Lo rileva il rapporto “I flussi illegali di pneumatici e Pfu in Italia” presentato oggi a Roma, che illustra l’attività svolta dall’Osservatorio e dalla piattaforma CambioPulito nel contrastare le pratiche illegali del settore degli pneumatici e Pfu. Il progetto è promosso da Legambiente con i consorzi Ecopneus, EcoTyre e Greentire e le associazioni di categoria Confartigianato, Cna, Airp, Federpneus e Assogomma.
Da giugno 2017 al 15 dicembre 2019, la piattaforma di whistleblowing cambiopulito.it riservata agli operatori del settore ha registrato 361 denunce di illeciti che hanno riguardato 301 società.
Le segnalazioni raccolte si sono concretizzate in 8 esposti alle Forze dell’Ordine: ai Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente, con la segnalazione di 136 aziende (126 italiane e 10 straniere), con il 35% degli operatori successivamente sottoposti a controllo che è stato oggetto di sanzioni; all’Autorità Garante del Mercato e della Concorrenza, con la segnalazione di 14 siti internet (5 italiani, 9 esteri); al Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Napoli, con la segnalazione di 24 casi nella sola Campania.
Tutti gli esposti si sono concentrati su presunte commercializzazioni illegali online e smaltimento illecito, sull’omesso versamento contributo Iva e contributo ambientale, esercizio abusivo della professione e concorrenza sleale. Circa l’80% delle segnalazioni ha riguardato presunte violazioni delle regole di commercio, della libera concorrenza e del mercato del lavoro e grazie ad esse è stato possibile mettere a fuoco anche la dinamica della recrudescenza di furti di pneumatici nuovi per l’immissione di pneumatici nel mercato nero (soprattutto online).
Sebbene la gestione degli pneumatici a fine vita rappresenti in Italia un’eccellenza che ogni anno assicura su tutto il territorio nazionale il recupero di oltre 380.000 tonnellate di Pfu, anche qui si annidano sacche di illegalità tra Pfu spacciati per gomme usate, furti per attività di riciclo illegale, truffa sui sistemi di pesatura. Tra le regioni più interessate dalle segnalazioni, Campania (77 segnalazioni), Lombardia (51), Puglia (25), Abruzzo (22), Emilia Romagna (21), Sicilia (18), Calabria (17), Liguria (15) e Lazio (14).
Dal 2011, grazie al decreto del ministero dell’Ambiente che ha introdotto il nuovo sistema di raccolta e gestione dei Pfu, fondato sul contributo ambientale e la responsabilità dei produttori, “l’Italia si è lasciata definitivamente alle spalle una situazione fatta di abbandoni sistematici – commenta Enrico Fontana, coordinatore dell’Osservatorio – con gravi rischi ambientali, testimoniati dai cosiddetti stock storici di questi rifiuti ormai svuotati”.
“Il nostro Paese può contare oggi, anche per questa filiera dell’economia circolare, su un sistema di eccellenza in Europa – sottolinea – e non può permettersi che questo patrimonio, attraverso cui si generano risorse economiche e posti di lavoro nelle filiere dell’economia circolare, con importanti benefici ambientali, sia compromesso da chi opera nell’illegalità”.
Per garantire la legalità nel settore, la filiera ha presentato alcune proposte al ministro Costa finalizzate al contrasto dei fenomeni illegali, agendo su alcuni ambiti principali: trasparenza del sistema di raccolta e avvio al riciclo di Pfu; tracciabilità dei flussi di generazione dei Pfu; rafforzamento del sistema di controlli; promozione delle filiere di recupero di materia della gomma riciclata da Pfu.
Tra le azioni auspicate: l’istituzione del Registro dei produttori e degli importatori di pneumatici e aggiornamento almeno semestrale della Banca Informativa Pneumatici (Bip), già esistente presso il ministero dell’Ambiente; istituzione presso il ministero di un Ufficio di controllo dei soggetti autorizzati alla raccolta di Pfu (consorzi e individuali); la costituzione di una task force tra forze dell’ordine e Agenzia delle Dogane, per contrastare i fenomeni di vendita in nero di pneumatici, i traffici e gli smaltimenti illegali di Pfu; istituzione di un Tavolo permanente di Consultazione presso il ministero con i sistemi collettivi di gestione dei Pfu e le associazioni di rappresentanza delle imprese di filiera.
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