Dopo la bocciatura dell’esercizio provvisorio il governo dell’isola prova a correre ai ripari: si punta su un nuovo voto dell’Assemblea regionale
di Nino Amadore
Palazzo d’Orleans a Palermo, sede della presidenza della Regione Siciliana (Ansa)
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Un nuovo testo in commissione oggi (22 gennaio) per arrivare a un voto finale nel pomeriggio e approvare così il disegno di legge di autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio della Regione siciliana. Cantiere aperto per il documento di bilancio che dovrebbe essere consegnato al governatore entro venerdì per approdare in aula ai primi di febbraio.
La bocciatura del ddl sull’esercizio provvisorio
È la strategia del governo siciliano guidato da Nello Musumeci: da un latoporre rimedio al papocchio della bocciatura, di fatto, del disegno di legge di autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio della Regione sicilianaprevisto per tre mesi; dall’altro “portare a casa” l’approvazione del bilancio che dovrà affrontare e sciogliere il nodo del disavanzo: un mese fa la Regione ha incassato il decreto legislativo per il rientro del disavanzo che permetterà di spalmare in dieci anni il maggiore disavanzo di 2,2 miliardi di euro a fronte di precisi obblighi di riduzione della spesa. Un punto, quello della riduzione della spesa che farà certamente aumentare le fibrillazioni politiche.
Il baratro dell’incertezza
La bocciatura dell’esercizio provvisorio, seppur derubricata a incidente di percorso, è un segnale da non sottovalutare. Sul piano pratico, si può dire, fa precipitare la Regione nel baratro dell’incertezza. Il governo regionale, in questo caso, nel pomeriggio di ieri (martedì 21 gennaio) è andato sotto nel voto su un emendamento all’articolo 1 presentato dal Movimento Cinque Stelle in mezzo a quello che, dicono in tanti, è stata una distrazione generale: al momento del voto erano assenti in aula persino due rappresentanti del governo convinti, dicono, che la discussione andasse avanti ancora a lungo.
La preoccupazione dei sindacati
Fin qui la situazione è questa e la spiegano bene i rappresentanti sindacali: «Questo voto rischia di rivelarsi un colpo mortale non solo per migliaia di lavoratori i cui stipendi sono a rischio, come per esempio Lsu, Resais e Pip (tutti precari di vara natura ndr), ma in generale per l’attività amministrativa che di fatto verrebbe bloccata, al netto delle sole spese essenziali, colpendo gli Enti locali. Governo regionale e Assemblea trovino una soluzione immediata» dicono Giuseppe Badagliacca e Nicola Scaglione della Cisal. Rassicurante l’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao: «Nessuna paralisi. Quello che è accaduto si è già verificato in passato – dice Armao -. E il risultato del voto palese dimostra che si tratta di un mero errore che può accadere nella dinamica parlamentare. Al momento della votazione, infatti, erano fuori dall’Aula alcuni parlamentari della coalizione di governo poiché pensavano che il dibattito si sarebbe prolungato. Nessun problema, quindi. L’obiettivo prioritario del governo Musumeci di approvare il ddl per dare risposte immediate ai siciliani».
In arrivo un testo light o una riscrittura
La strategia è questa: il ritorno in commissione Bilancio dell’Ars con un nuovo testo “light” o un emendamento di riscrittura della norma bocciata sono le due strade per sbloccare l’impasse in cui si ritrova il governo Musumeci dopo la bocciatura dell’articolo 1 del disegbo di legge di autorizzazione dell’esercizio provvisorio del bilancio della Regione da parte dell’Assemblea siciliana. Tecnicamente, la Regione può andare avanti in gestione provvisoria ancora per alcune settimane ma senza un documento contabile la conseguenza è il blocco totale di spese correnti,
pagamenti, accreditamenti. Si vedrà, con il nuovo voto, se è stato solo un incidente oppure la debole maggioranza che sostiene il governo Musumeci non esiste più, come sostiene il capogruppo del Pd all’Ars Giuseppe Lupo: «Il governo è stato battuto in aula con voto palese nominale. Solo 27 deputati di maggioranza hanno votato a favore dell’esercizio provvisorio. Finalmente si fa chiarezza sull’inutile polemica che il presidente Musumeci porta avanti da mesi sul voto segreto. La realtà è solo che il suo governo si è liquefatto e lo dimostra perfino l’assenza dei deputati componenti della giunta e del presidente ai lavori parlamentari».