© Stevenson, Cape Town_Johannesburg / Yancey Richardson, New York | © Zanele Muholi
Due interpreti dell’attivismo artistico, due anime che hanno espresso la loro idea di libertà attraverso la fotografia e l’impegno civile, due personaggi il cui messaggio artistico ha ben presto trasceso i confini dei loro Paesi d’origine, per diventare manifesto globale di denuncia.
Nell’ambito del palinsesto 2020 del Comune di Milano “I talenti delle donne”, il MUDEC presenta due mostre che non potrebbero essere più simili e diverse al tempo stesso.
Dal 7 maggio aprirà al pubblico la retrospettiva “Tina Modotti. Donne, Messico e Libertà”, in mostra fino al 6 settembre, e subito dopo il testimone passerà all’artista-icona contemporanea tra le più discusse e acclamate della scena artistica mondiale, Zanele Muholi con “Zanele Muholi. A Visual Activist”, dal 28 ottobre fino al 28 febbraio 2021.
Sonnyama Ngonyama, letteralmente, Ave Leonessa Nera, è il proclama sociale e politico di Zanele Muholi, una delle voci più interessanti del Visual Activism.
I più importanti riconoscimenti internazionali quali Lucie Award, Chevalier des Arts et Des lettres, ICP Infinity Award, hanno premiato il suo lavoro per l’impegno artistico e sociale, le mostre i più prestigiosi musei del mondo celebrano la bellezza struggente e magnetica delle sue opere.
Nel lavoro portato al Mudec Photo curato da Biba Giacchetti, Muholi firma una serie di autoritratti che mettono in scena nella loro composizione una vera e propria denuncia, a cui l’artista del Sudafrica presta il suo corpo.
Muholi ha conosciuto gli anni dell’Apartheid, ed è oggi un esponente di spicco della comunità LGBTQI che si espone in prima persona: ogni sua immagine racconta una storia precisa, un riferimento a esperienze personali o una riflessione su un contesto sociale e storico più ampio. Lo sguardo dell’artista inquieta, commuove e denuncia, mentre oggetti di uso comune usati in maniera fortemente simbolica sono posti in un dialogo serrato con il suo corpo.
La bellezza delle composizioni e il talento assoluto di artista, sono per Muholi solo un mezzo per affermare la necessità di esistere, la dignità e il rispetto cui ogni essere umano ha diritto a dispetto della razza, e del genere con cui si identifica.
Il suo scopo è la rimozione delle barriere, il ripensamento della storia, l’incoraggiamento a essere sé stessi, e a usare strumenti artistici quali una macchina fotografia come armi per affermarsi e combattere.
Nelle sue parole: “… siamo qui, con le nostre voci, le nostre vite, e non possiamo fare affidamento agli altri per sentirci rappresentati in maniera adeguata. Tu sei importante. Nessuno ha il diritto di danneggiarti per la tua razza, per il modo in cui esprimi il tuo genere, o per la tua sessualità, perché prima di tutto tu sei”.