Il Guardasigilli ha spiegato che «nel Bilancio di previsione 2019, per il settore giustizia, sono stati previsti investimenti per oltre 8,5 miliardi e per il 2020 di quasi 9 miliardi
(ANSA)
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Pendenze e sopravvenienze in calo nel settore della giustizia civile. A segnalarlo il ministro Alfonso Bonafede nella Relazione annuale sull’amministrazione della giustizia alla Camera dei deputati .
«Anche il 2019 ha visto confermare la tendenza alla diminuzione delle pendenze civili (al 30 settembre 2019 le pendenze complessive risultavano 3.329.436, il 2,8% in meno rispetto al medesimo periodo del 2018)», ha detto Bonafede, parlando di un «dato positivo». Non solo: «rispetto al 2018, le sopravvenienze sono calate di un ulteriore 1,7%, confermando il
trend decrescente degli anni scorsi: negli ultimi 10 anni il calo è stato addirittura del 36%».
Su riforma processo penale cantiere aperto
«La vera sfida» con la riforma del processo civile, ha aggiunto Bonafede, «è eliminare, per quanto possibile, il dubbio che, oltre al grandissimo sforzo della magistratura e degli addetti ai lavori, la diminuzione delle pendenze sia dovuta alla aumentata sfiducia del cittadino verso il sistema giudiziario». Sulla riforma del processo penale «c’è un cantiere aperto, all’esito del quale sarà ripreso il tavolo del confronto con gli addetti ai lavori».
Per il 2020 via libera a investimenti per 9 mld
Il Guardasigilli ha poi spiegato che «nel Bilancio di previsione 2019, per il settore giustizia, sono stati previsti investimenti per oltre 8,5mld e per il 2020 di quasi 9 mld. Ancora più risorse dunque rispetto agli anni precedenti con uno sforzo senza precedenti». E questo perché «senza investimenti, ogni riforma per far fronte alle difficoltà e criticità che attraversano questo settore sarebbe destinata a fallire». E ha aggiunto che quello della giustizia è un settore «cruciale con qualità del personale elevatissima, a cui adesso si deve consegnare una infrastruttura adeguata».
Riforma Csm per combattere correntismo
Quanto al Csm, la finalità della sua riforma «è quella di garantire l’indipendenza e l’autonomia della magistratura rafforzando anche, in tal senso, la separazione tra la politica e la magistratura stessa». In particolare l’intervento sul sistema elettorale serve a «escludere qualsiasi
inquinamento dovuto alle c.d. degenerazioni del correntismo».
16.850 i detenuti che lavorano
Il ministro ha poi spiegato che «il ministero ha investito la maggior
parte delle proprie energie puntando sul lavoro dei detenuti, come forma privilegiata di rieducazione» e che al 30 giugno dell’anno scorso «risultano 16.850 detenuti lavoranti, frutto anche dei circa 70 protocolli con Enti per lavori di pubblica utilità» e che «per favorire percorsi
trattamentali dei detenuti adulti, si è investito nell’ultima legge di bilancio in assunzioni mirate di 50 tra funzionari giuridico-pedagogici e mediatori culturali, 100 funzionari della professionalità pedagogica e di servizio sociale nonché di 18 dirigenti per gli uffici di esecuzione penale esterna».
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