Bufera mediatica su Tiberio Timperi, finito nell’occhio del ciclone per una frase pronunciata durante “Uno Mattina in Famiglia”, il talk show di Rai Uno. Chiamato a rispondere alle richieste d’aiuto di uno telespettatore in alle prese con un quiz, il conduttore ha risposto con testuali parole: “l’aiutiamo, l’aiutiamo altrimenti poi, come dire, andiamo a fare i piloni della Salerno-Reggio Calabria”. Parole che hanno scatenato un putiferio, soprattutto sui social, dove in molti hanno letto la battita come un chiaro riferimento alle vittime della ‘lupara bianca’ della ‘ndrangheta.
Anche il Codacons sul piede di guerra
A protestare apertamente è stato anche Klaus Davi, il noto massmediologo, in qualità di consigliere comunale di San Luca (Reggio Calabria), che dalle parole è passato ai fatti: in seguito all’accaduto ha infatti presentato un esposto contro la Rai definendo l’episodio “increscioso e non degno del servizio pubblico” e auspicando maggiori controlli sul contenuto dei programmi televisivi. Contro la battita di Timperi è intervenuto anche il Codacons, che ha presentato una denuncia contro il conduttore e la Rai. “In questo modo si attribuiscono a tutti i calabresi, indistintamente, comportamenti mafiosi”, è stata la motivazione del vicepresidente dell’associazione, Francesco Di Lieto. Ora la faccenda sbarca a Palazzo Madama grazie a un senatore reggino (di Villa San Giovanni), l’esponente di Forza Italia Marco Siclari, che ha formalizzato un’interrogazione parlamentare contestando l’accaduto. L’episodio “dev’essere approfondito in Commissione Vigilanza Rai», sbotta il giovane parlamentare villese, chiedendo di finirla una volta per tutte “con questo sinonimo indegno: Calabria uguale ‘ndrangheta”, offensivo per «i calabresi perbene, che sono la stragrande maggioranza”.
Le scuse di Timperi: “Qualcuno ha travisato le mie parole”
Insomma, da una semplice battuta si è scatenato il finomondo. Timperi ha anche cercato di gettare acqua sul fuoco spiegando con un post su Instagram che “la battuta era nei confronti della mia redazione e più in generale della Rai. Difatti se avessi favorito un concorrente, a rimetterci, come ovvio, sarei stato io. E la denuncia del Codacons, in questo caso, sarebbe stata più che opportuna. Qualcuno, per motivi che ignoro, ha travisato le mie parole”. Il conduttore ha quindi respinto tutte le accuse con fermezza: “Spiace leggere che avrei offeso una regione italiana. Una regione che come tutte le altre mi appartiene e che mai mi sognerei di offendere. Io ho rispetto. Per la Calabria e per i calabresi. Se qualcuno si è sentito offeso mi spiace”.