VERONA – “La timbratura delle uova in allevamento è una realtà in molti Paesi europei, come ad esempio in Germania e Olanda dove viene adottata praticamente da tutti gli operatori. Questo accade non perché esista un obbligo di legge in tal senso, ma semplicemente perché dà maggiori certezze sia alle aziende che ai consumatori sulla tracciabilità delle uova e quindi sulla sicurezza alimentare. È stato quindi il mercato stesso ad adottare questa buona pratica e a renderla un fattore strutturale del modello produttivo”. Lo ha detto Ruggero Moretti, presidente del Comitato Uova di Unaitalia durante il convegno “Uova e ovoprodotti: i trend del mercato e le nuove sfide della tracciabilità” che si è tenuto oggi in Fieragricola a Verona all’interno del programma di iniziative di Unaitalia per la valorizzazione della filiera avicola italiana.
Il convegno ha fatto il quadro sul mercato delle uova e degli ovoprodotti in Italia e sul tema della tracciabilità, anche alla luce della risoluzione, fortemente sostenuta da Unaitalia, per l’obbligo di timbratura delle uova in allevamento, approvata in Commissione Agricoltura alla Camera a gennaio 2019. “Anche noi di Unaitalia, pur continuando a batterci affinché diventi obbligatoria, auspichiamo che siano sempre di più le aziende a timbrare le uova in allevamento al di là delle evoluzioni legislative. Molti segnali che ci arrivano dal mercato – ha sottolineato infine Moretti – ci fanno intendere che è questa la direzione da seguire e che viene adottata volontariamente sempre più di frequente da molte imprese”.