Il presidente degli industriali illustra gli obiettivi futuri e spiega che Brexit potrebbe diventare un’occasione di attrazione di nuovi investimenti
di Filomena Greco
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L’evento per i 110 anni dalla nascita di Confindustria a Torino, organizzato là dove lo sviluppo manifatturiero del paese è iniziato e dove è nato il primo nucleo dell’associazione degli industriali italiana. Qui si gioca una delle partite industriali più importanti per il Paese, quella della transizione tecnologica del settore automotive verso la mobilità elettrica, e lo sviluppo industriale resta un tema centrale.
L’Italia rallenta il suo ritmo di una crescita, che era già più contenuto degli altri grandi paesi manifatturieri europei. Lo ricorda il presidente degli industriali Vincenzo boccia che richiama la flessione del pil dello 0,3% e rilancia sulla necessità di una reazione sia in chiave italiana che europea. Il presidente degli industriali di Confindustria indica gli strumenti da mettere in campo e le priorità: «Bisogna agire su tre grandi assi, che sono infrastrutture, formazione, con un grande piano di inclusione giovani, e semplificazione».
L’evento organizzato da Confindustria si è svolto nelle Officine Grandi Riparazioni, le ex Ogr, dove pochi mesi fa c’è stato l’incontro nazionale delle categorie produttive a sostegno della Torino Lione. Oggi quella appare come una battaglia, superata l’opposizione politica dei Cinque Stelle al progetto, si entra nel vivo delle gare per assegnare i lavori di realizzazione del tunnel di base tra Italia e Francia. Ma il tema delle infrastrutture resta un focus centrale per lo sviluppo del paese.
Brexit e crisi sanitaria per il Coronavirus i temi d’attualità a margine dell’evento di Torino che ha ripercorso i 110 anni di storia del paese e dell’associazione degli imprenditori, raccontata dalla voce narrante di Paolo Mieli. E se la Brexit potrebbe diventare per l’Italia una occasione di attrazione di nuovi investimenti, la crisi sanitaria che partita dalla Cina potrebbe rappresentare un problema economico globale. «L’Italia potrebbe diventare un grande hub per investitori interessate all’Europa – dice Boccia – anche per la sua posizione geografica dell’Italia è particolarmente interessante. Dovrebbe diventare centrale tra Europa e Mediterraneo. Chiaramente questo significa anche una politica economica coerente e un Paese che attrae investimenti per ricostruire una centralità dell’incremento dell’occupazione attraverso le imprese e le fabbriche».
Quanto alla Cina, Boccia sottolinea la necessità di reagire «in chiave di mercato europeo e domestico perché l’allarme sanitario potrebbe essere una causa esterna che accelera un rallentamento dell’economia, ma abbiamo tutti gli strumenti per reagire a partire da Italia, Germania e Francia, le tre principali manifatture in Europa».