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Dal 22 gennaio, giorno di apparizione della circolare 6/2020 dell’Inps, il riscatto laurea agevolato è tornato al centro dell’interesse di molti lavoratori. In base al decreto legge 4/2019, che lo ha introdotto, consente di pagare un importo fisso, piuttosto contenuto (5.260 euro nel 2020) per ogni anno riscattato. A patto, però, che il periodo di studi si collochi in un periodo di competenza del metodo contributivo.
In assenza di qualsiasi indicazione da parte delle due precedenti circolari dell’istituto di previdenza (la 36 e 106 del 2019), i più hanno interpretato che i periodi riscattabili con l’onere ridotto avrebbero dovuto collocarsi dopo il 1995 o il 2011. Questo perché la legge Dini, che ha introdotto il metodo contributivo, ha stabilito che tutti gli assicurati con meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 avrebbero applicato il nuovo metodo dal 1996 sulle proprie posizioni assicurative. Poi il decreto legge 201/2011 ha previsto il calcolo contributivo per tutti a partire dai contributi versati dal 2012 in poi.
Passare al contributivo
In realtà, però, esistono più vie, nel nostro ordinamento, per accedere al metodo di calcolo contributivo puro rinunciando a quello misto o ex retributivo a cui si avrebbe diritto in base all’anzianità previdenziale maturata. In tal modo qualunque anno di studio universitario può essere riscattato con la formula agevolata perché soggetto al calcolo contributivo.
La prima via consiste in una opzione irrevocabile e da inviare in via telematica all’Inps. Questa soluzione può essere percorsa se si hanno almeno 15 anni di contributi di cui almeno 1 contributo ante 1996 e 5 anni dopo; in tal modo la persona rinuncia al sistema di calcolo misto e diventa soggetta al contributivo puro. Una volta effettuata questa scelta, ha precisato la circolare 6/2020, si può fare domanda di riscatto agevolato. Le altre due possibilità indicate dall’Inps sono Opzione donna e il computo in gestione separata.
Donne e gestione separata
Per tutti coloro che si chiedono se il riscatto light rappresenti un’opportunità irrinunciabile, vale la pena di fornire alcuni punti di riflessione. Per prima cosa deve essere compreso qual è l’obiettivo pensionistico che può giustificare tale operazione. Il riscatto light con preventiva opzione per il contributivo può essere giustificabile se si punta alla pensione anticipata ordinaria (attualmente raggiungibile con 42 anni e 10 mesi di contributi, un anno in meno le donne) o alle anzianità contributive richieste da Quota 100 (38 anni) o da Opzione donna (35). Per chi punta alla pensione di vecchiaia tale operazione non determina vantaggio in presenza del requisito già maturato dei 20 anni.
Nel caso di una lavoratrice che punti a Opzione donna, invece, ci sono assai meno svantaggi, essendo tale ingresso comunque sempre accompagnato da una conversione al contributivo. Se però il riscatto è chiesto in concomitanza con la domanda di pensione (come è obbligatorio fare per Opzione donna e computo in gestione separata), l’onere va versato tutto prima della decorrenza della pensione, spesso con riduzione del vantaggio fiscale generato dalla deducibilità della spesa, perché non è possibile dedurre il costo in dieci anni.