Elezioni regionali in Emilia Romagna: stravince Bonaccini
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«Rifarei tutto, anche il citofono, il radiotelefono, il grammofono». Il Matteo Salvini «d’assalto» della campagna d’Emilia non sembra darsi per vinto. Ma quando l’onda dei risultati elettorali si sarà fermata, giocoforza anche il leader della Lega dovrà fermarsi a riflettere sul significato e la portata del voto emiliano. A partire dal ragguardevole risultato ottenuto da Fratelli d’Italia che ha raddoppiato i voti rispetto alle Europee 2019.
Come è andata la Lega
«Qui abbiamo fatto opposizione con 9 consiglieri fino a ieri, adesso 13 o 14 consiglieri. È un passaggio, vuole dire che abbiamo fatto tanto e dobbiamo fare di più, ci prepariamo a 5 anni di appassionata opposizione perché il cambio in Emilia Romagna è solo rimandato».
Ma come è andata la Lega? Il partito di Salvini ha ottenuto il 32% contro il 33,7% delle ultime elezioni – le Europee – in Emilia Romagna. Dunque un piccolo passo indietro. Ma sostanzialmente il Carroccio ha tenuto, soprattutto è rimasto forte là dove già lo era: le province di Ferrara, Parma (esclusa la città) e Piacenza.
L’exploit di Meloni
Una vera affermazione è quella di Giorgia Meloni che continua il trend positivo dei risultati elettorali un voto dopo l’altro. In Emilia Romagna Fdi totalizza l’8,6 per cento contro il 4,6% delle Europee 2019 ottenuto nella stessa regione. E questo – sottolinea la leader – «nonostante il candidato non fosse il nostro». Parole che la dicono lunga sulla strategia prossima ventura di Fratelli d’Italia: se a questo giro non ha espresso neppure un candidato, al prossimo (quello delle regionali 2020 di primavera) che vedrà andare al voto regioni del calibro del Veneto, della Puglia, della Toscana e della Campania, Meloni vorrà di sicuro esprimere più di un candidato del centrodestra.
La scelta di Borgonzoni: secondo errore di Salvini
La “spallata” mancata in Emilia Romagna è il secondo errore commesso da Salvini. Dopo la “spallata” mancata di agosto al governo. Se si pensa che Lucia Borgonzoni è stata scelta e imposta agli alleati da Salvini in prima persona direttamente dalla spiaggia del Papeete, l’errore appare in tutta la sua grandezza. È indubbio infatti che questo voto in Emilia Romagna “blinda” il governo fino a fine legislatura. È da qui che partirà la resa dei conti con Fdi e il riequilibrio dei pesi tra Salvini e Meloni nel centrodestra.
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