Il caso sospetto di infezione da coronavirus in uno degli italiani rientrati in Italia da Wuhan e in quarantena solleva ancora una volta l’attenzione sulle possibili modalità di trasmissione del virus 2019-nCoV, in particolare su quella possibile quando non ci sono ancora i sintomi. La migliore contromisura, come rileva anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) resta quindi l’igiene.
“Nessuno ha dati scientifici sulla trasmissione asintomatica, ma penso che, qualsiasi sia il numero verificato sperimentalmente, per avere una diffusione di questo tipo in Cina i casi asintomatici che non vanno in ospedale debbano essere almeno dieci volte superiori a quelli certificati”, ha detto all’ANSA uno dei maggiori esperti internazionali di vaccini, Rino Rappuoli, chief scientist e head of external R&Ddell’azienda GSK vaccine.
È un’ipotesi basata sui modelli matematici dell’andamento dell’epidemia elaborati finora e dai quali emerge che il coronavirus 2019-nCoV si trasmette con facilità ma che non sembra affatto essere un’Apocalisse, come ha detto recentemente anche la virologa Ilaria Capua, direttore del Centro di eccellenza per la ‘One Health’ dell’Università della Florida.
Come tutte le altre malattie infettive, anche quella da coronavirus ha un periodo di incubazione che può variare da un minimo di 48 ore a 14 giorni, durante il quale è possibile la trasmissione senza sintomi”.
La prima documentazione scientifica di una trasmissione asintomatica del coronavirus è stata pubblicata il 25 gennaio sulla rivista The Lancet dall’università di Shenzen e ricostruiva il passaggio del virus all’interno di un gruppo famigliare. In seguito un caso di trasmissione asintomatica è stato descritto in Germania sul New England Journal of Medicine, ma la ricerca è finita sotto accusa per un errore metodologico.
(ANSA).