Pubblicato il: 12/02/2020 16:01
“Ci sono persone che hanno firmato il sostegno a un candidato ancora prima che uscisse il programma del candidato stesso e anche degli altri due. Trovo che sia una cosa assurda, non si può mica scegliere per simpatia. Qui stiamo parlando di una carica centrale per la crescita delle imprese e del Paese, si devono valutare gli obiettivi di quanto si vuole fare”. E’ lo sfogo di Anna Mareschi Danieli, giovane presidente di Confindustria Udine, che con Adnkronos/Labitalia si dice “sorpresa” di questi primi ‘fuochi’ di campagna elettorale in Confindustria verso la presidenza nazionale, con tre candidati in corsa: Carlo Bonomi, Licia Mattioli e Giuseppe Pasini.
“Sono delusa: non mi era mai capitato -spiega ancora- di assistere a situazioni del genere. Ho visto più atteggiamenti opportunistici che attenzione verso l’interesse del Paese. Adesso i programmi sono usciti e noi con il consiglio di presidenza li stiamo valutando e verificheremo così qual’è il nostro candidato ideale sulla base della nostra idea di presidenza”.
Secondo Mareschi Danieli “al momento, abbiamo un candidato che ha un grande sostegno, Carlo Bonomi, con un grosso numero di firme, e due candidati, Licia Mattioli e Giuseppe Pasini, che hanno un buon numero di firme, non sufficienti al momento, per contrastare Bonomi. Ma tutto può cambiare, dipende anche dalle scelte di Mattioli e Pasini”.
“Due candidati, Pasini e Mattioli, li conosco. Bonomi no, ancora non si è visto da queste parti. Ma il prossimo 18 febbraio a Padova avremo un incontro tra le realtà del Triveneto e tutti e tre i candidati”, racconta Mareschi Danieli.
Per la giovane leader degli industriali di Udine, il ‘modus operandi’ per la scelta del prossimo presidente è chiaro. “A mio parere -sottolinea- nella scelta che andrà fatta noi dovremo partire dalle caratteristiche che noi vorremmo per il prossimo presidente di Confindustria e sulla base di queste dovremo poi capire, tra i candidati, quale potrà essere il migliore a ricoprire questo ruolo. Valutando tante cose: il potere contrattuale dell’azienda del candidato, la sua grandezza, il numero di dipendenti e di fatturato, l’indole del candidato stesso”, conclude.
Adnkronos.