Era il 15 febbraio 1950 quando fu proiettato la prima volta in assoluto a Boston il film di animazione Cenerentola, basato sulla fiaba di Charles Perrault, il 12/o classico Disney, uno dei più importanti dello studio statunitense. Una pellicola che fece tornare la Disney ad un nuovo periodo d’oro dopo le difficoltà economiche provocate anche dalla seconda guerra mondiale. La Walt Disney Company era in debito di 4 milioni di dollari e non aveva un successo al botteghino da 13 anni, dall’uscita di Biancaneve e i sette nani (1937). Costato 3 milioni di dollari, il film ne ha incassati, negli anni, 85.
Fu in seguito ridistribuito al cinema ben cinque volte in America del Nord e sette in Italia. Amatissima da più generazioni, dopo la versione del 1950, la storia della dolce orfana vessata dalla matrigna e dalle due sorellastre è stata trasposta in tanti altri film. Ricorderete A Cinderella Story e il suo sequel, e il più recente Cinderella diretto da Kenneth Branagh, con Lily James nel ruolo della protagonista. Una fiaba di Charles Perrault, che ha come tema il riscatto della protagonista. In aiuto della fanciulla arriva perfino la Fata madrina, una creatura in grado di regalarle una serata magica con un solo tocco di bacchetta. E basterà una delicata scarpina di cristallo a cambiare per sempre la vita della fanciulla.
Il film del 1950, diretto da Wilfred Jackson, Hamilton Luske e Clyde Geronimi, vede nella colonna sonora canzoni intramontabili: I sogni son desideri e Bibbidi-Bobbidi-Bu, scritte da Mack David, Jerry Livingston e Al Hoffman. Fu con questo lungometraggio che s’impose definitivamente il concetto di classico Disney. Esso è, come il precedente Biancaneve e i Sette Nani, ispirato a una favola europea, e fu il primo grande successo dell’azienda dopo quasi dieci anni di risultati mediocri al botteghino. Era infatti dal 1937 che lo studio non riscuoteva un così grande successo di critica e pubblico. Il 4 marzo del 1950 la pellicola 1950 venne distribuito in tutte le sale statunitensi e iniziò la leggenda Disney. Per questo film furono usati attori per i riferimenti dal vivo. Negli studi Disney venivano ricreate le scene dei film in veri e propri set, dove gli interpreti recitavano davanti agli animatori, che potevano così prendere spunto per le pose e le espressioni. Le modelle scelte per la parte di Cenerentola furono la sua doppiatrice Ilene Woods e Helene Stanley, che qualche anno dopo avrebbe interpretato anche Aurora (La Bella Addormentata nel Bosco) e Anita (La Carica dei 101).
La trasformazione dell’abito stracciato di Cenerentola in quello da ballo era la scena animata preferita di Walt Disney.
Non solo per la bellezza delle animazioni di Marc Davis, ma anche perché la scena rappresenta la filosofia Disney: i miracoli possono accadere se non si perde la speranza. In una scena poi eliminata il principe, a caccia nella foresta, decideva di risparmiare un cervo che sarebbe poi diventato suo amico. Questa scena è stata parzialmente ripresa dal live-action Disney del 2015 diretto da Kenneth Branagh. Durante la registrazione della colonna sonora, Walt Disney pensò di far cantare a Ilene Woods il brano Canta Usignolo registrando le armonie su una seconda e terza traccia. Era la prima volta che questo espediente veniva utilizzato al cinema.
Cenerentola è la grande protagonista ma inizialmente anche il Principe avrebbe dovuto avere più spazio, come ha optato invece il live molto amato dal pubblico di Branagh, con Richard Madden.
La versione di Cenerentola del 1950 che conosciamo in Italia è quella doppiata nel 1967. Non l’originale del 1950, che venne assai criticata perché secondo i detrattori la voce di Giuliana Maroni era poco adatta. Nelle foto promozionali e nei gadget legati al film, il vestito da ballo di Cenerentola è azzurro, mentre in realtà nel film è bianco-argento: il cambiamento è avvenuto negli anni ’90, quando gli artisti incaricati di disegnare il nuovo poster della versione restaurata hanno dato una sfumatura azzurra all’abito.