Pubblicato il: 17/02/2020 20:51
(Adnkronos/Cinematografo.it) – E’ tempo di reunion, non solo a Sanremo ma anche al cinema: Dopo il ritorno sul palco dell’Ariston dei Ricchi e Poveri, Fausto Brizzi porta sul grande schermo con ‘La mia banda suona il pop’ (in uscita il 20 febbraio distribuito in 400 copie da Medusa) i Pop Corn, un gruppo musicale immaginario, già famosissimo negli anni ottanta. Sarà il vecchio manager (Diego Abatantuono) a rimettere insieme questa band di artisti arrugginiti composta da Christian De Sica, che con i suoi capelli ricci arruffati ricorda Ivano de I cugini di campagna, Massimo Ghini, simile ad Angelo de I Ricchi e Poveri, Angela Finocchiaro, sullo stile di Cyndi Lauper, e Paolo Rossi.
“L’idea è nata quando ho visto i Pooh che si riunivano e poi si scioglievano – racconta Brizzi – Ho pensato di fare una reunion e come punto di riferimento avevo proprio i Ricchi e Poveri. La storia è su questo gruppo italiano degli anni ottanta che si riunisce dopo anni per andare a fare un concerto a San Pietroburgo. Poi inaspettatamente diventano dei criminali. Il fatto che poi realmente i Ricchi e Poveri abbiano ricucito lo strappo in occasione di questo festival di Sanremo è stato un colpo di fortuna, una pura coincidenza”. Ovviamente tutto questo non si poteva fare senza creare un repertorio di canzoni cantate dai Pop Corn: “Sono canzoni, a metà strada tra Umberto Tozzi e i Ricchi e Poveri, appena le senti già sai il ritornello. Le ha composte Bruno Zambrini, autore di ‘Bambola’ di Patty Pravo e di tutte le più grandi hit di Gianni Morandi”, dice Brizzi, che nella seconda parte del film ha virato più verso l’action con “tante controfigure”.
“Mi immaginavo di andare a San Pietroburgo a mangiare caviale e bere vodka ghiacciata, invece ci ha portato nelle fogne di Praga. Però sono stato felice di lavorare con lui”, dice Christian De Sica, che poi sottolinea: “Finalmente un film italiano che fa ridere”. In che senso “finalmente”? Quelli attualmente in sala non fanno ridere? “Ho visto Zalone, ma le risate erano poche – risponde- Ieri ho visto Muccino e mi è piaciuto molto. Poi mi hanno detto che quello di Aldo, Giovanni e Giacomo è più un mélo, ma io non l’ho visto”. Come mai la scelta musicale degli anni ottanta? “Sono canzoni che ascoltavo a quindici anni e sono quelle che ti segnano”, risponde Brizzi. E Natasha Stefanenko, che nel film interpreta Olga, donna di fiducia di Ivanov, il magnate russo che vuole la reunion dei Pop Corn a San Pietroburgo, aggiunge: “In Russia ancora amiamo molto la musica anni ottanta italiana: Toto Cotugno, Pupo, Al Bano e Romina Power, Celentano. Ogni volta c’è proprio una standing ovation per loro. Negli anni ottanta abbiamo iniziato a vedere Sanremo. Era un periodo difficile e ci serviva quella spensieratezza. Non sentivamo tutte le canzoni perché la censura le selezionava. Ci piacevano tanto, anche se non capivamo le parole, perché erano diverse da quelle sovietiche sulla guerra e sul patriottismo”.
Non tutti però erano appassionati di musica italiana anni ottanta, c’è chi ha fatto fatica a entrare nel personaggio perché, dice, “ascoltavo i Clash o i Sex Pistols” come Paolo Rossi e chi invece non la conosceva molto come Christian De Sica (“mio padre mi ha fatto sentire soprattutto Frank Sinatra e la musica americana”) e Massimo Ghini (“anche io vengo da altre esperienze musicali, più che altro la musica anni ottanta la vedevo attraverso i video”). Infine Angela Finocchiaro ci tiene ad evidenziare l’importanza del suo personaggio: “Incarno un passaggio storico fondamentale per le donne tra il non darla e il darla felicemente. In quel momento c’è stata una grande liberazione sessuale e abbiamo ribaltato quello che ci dicevano le nostre mamme”. Dopo ‘Modalità aereo’ e ‘Se mi vuoi bene’, questo è il terzo film di Brizzi prodotto da Luca Barbareschi. “Abbiamo iniziato un percorso insieme e stiamo anche pensando di fare un film natalizio. Qui volevamo fare una cosa più pop con un super cast, qualcosa di divertente. Un film in costume”, dice Barbareschi e Giampaolo Letta, ad di Medusa, sottolinea che “nell’anno delle reunion questo film ci sembrava divertente oltre che attuale. In più ci sono delle canzoni che basta ascoltare una volta per poi fischiettarle”.
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