La variazione netta dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato (assunzioni più trasformazioni meno le cessazioni) è negativa per 75.024 contratti. Nel 2019 la variazione è invece positiva per 365.216 contratti stabili, un valore più che doppio rispetto al 2018
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A dicembre calano i contratti stabili con una variazione netta dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato (assunzioni più trasformazioni meno le cessazioni) negativa per 75.024 contratti (erano 55.805 in meno a dicembre 2018). Nel 2019 la variazione è invece positiva per 365.216
contratti stabili, un valore più che doppio rispetto al 2018. È il dato diffuso dall’Osservatorio Inps sul precariato sui datori di lavoro privati. Le assunzioni totali nel 2019 sono state 7,17 milioni a fronte di 7,01 milioni di cessazioni con un saldo positivo di 161.000 unità.
Assunzioni totali in calo sul 2018
Nel 2019 – segnala l’Inps – è proseguito il trend di incremento delle trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato iniziato nel primo semestre 2018 e fortemente cresciuto poi tra il secondo semestre 2018 e il primo semestre 2019. Nell’intero 2019 le trasformazioni da tempo determinato sono state 706.000 (+31,8% sul 2018). Le assunzioni totali nel 2019 sono state 7,17 milioni con un calo sul 2018 del 5,23% ma sono aumentate quelle a tempo indeterminato (1,32 milioni a fronte dei 1,25 milioni del 2018 con un aumento del 5,78%). Le cessazioni nel complesso sono state 7.010.000, in diminuzione rispetto all’anno precedente. Sono però aumentate le cessazioni da contratto a tempo indeterminato (a 1.727.010). La variazione netta dei rapporti di lavoro in essere a tempo indeterminato nell’intero 2019 è stata positiva per 365.216 unità.
Contratti a termine in flessione a dicembre
Per i contratti a termine si è registrato un calo a dicembre di oltre 167.000 unità (ma erano oltre 199.000 in meno a dicembre 2018) mentre nell’intero anno la riduzione è stata pari a 228.503 contratti a tempo a fronte dei 45.942 in più del 2018. Nel 2019, su un totale di 2.438.000 nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato (incluso l’apprendistato) – attivati sia con assunzioni sia con trasformazioni – quelli agevolati risultano pari a 614.000 (circa il 25%), di cui 95.000 dovuti all’esonero strutturale giovani under 35 previsto dalla legge di stabilità 2018.
Licenziamenti disciplinari in crescita
Quanto ai motivi di cessazione dei contratti, su base annua si registra una contrazione dei licenziamenti economici (-4%) e delle risoluzioni consensuali (-15%) a fronte di una crescita dei licenziamenti disciplinari (+3%) e delle dimissioni (+7%). Il saldo annualizzato (vale a dire la differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi) risulta
positivo e pari a +161.000, inferiore sia a quello registrato alla fine di novembre (+170.000) sia a quello registrato alla fine di dicembre 2018 (+375.000). Il trend occupazionale, pertanto, pur rimanendo tuttora positivo, risulta in decelerazione.