Pubblicato il: 21/02/2020 16:35
Rendere obbligatoria per legge la cosiddetta ‘doggy bag’ nei ristoranti, con l’obiettivo di ridurre gli sprechi alimentari. C’è chi propone la misura e chi sta pensando a come attuarla. Perché in Italia meno del 20% dei frequentatori dei ristoranti, delle fiere e delle mense richiede un contenitore per portare a casa gli avanzi di cibo che ha pagato che, così, vanno sprecati. In Francia, invece, da 4 anni è in vigore una legge che obbliga i ristoranti a consegnare il cibo avanzato dai clienti se questi lo richiedono.
Da una parte c’è la proposta lanciata dagli organizzatori del Festival del Giornalismo Alimentare (a Torino fino al 22 febbraio), attraverso una petizione su Change.org che ad oggi ha raccolto oltre 13.300 firme. Loro preferiscono chiamarla ‘food bag’ e, al di là del nome, è il contenitore in cui il cliente può mettere il cibo ordinato al ristorante e non consumato, per portarlo a casa. E vorrebbero che una legge la rendesse obbligatoria.
“Vogliamo – spiegano nella pagina dedicata alla campagna di Change.org – spingere per una vera proposta di legge del Parlamento che introduca in tutta la ristorazione l’obbligo di consegnare al cliente una food bag realizzata con materiali adeguati al contatto con gli alimenti e al trasporto. Una bag che mostri, stampato, un decalogo per la corretta conservazione del cibo. Il decalogo vuole essere anche un forte richiamo all’educazione antispreco e alla sicurezza alimentare”.
Dall’altra, poi, c’è in preparazione un provvedimento incentivante e non coercitivo per recuperare il cibo non consumato nei ristoranti. “Dobbiamo intervenire a livello culturale e fare in modo che il consumatore non abbia più l’imbarazzo nel chiedere di portare a casa il cibo avanzato e possa preferire i luoghi in cui sa di poterlo fare – spiega Susanna Cenni, vicepresidente della Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati – Proponiamo che, su richiesta del cliente, il ristoratore sia tenuto a consegnare il cibo non consumato, che il costo del contenitore sia a carico delle aziende che si occupano di smaltimento e un sistema di incentivi e sgravi per chi adotta questa buona pratica”.
Il tema è stato al centro del Festival nel panel “Da doggy bag a Food bag: il diritto agli avanzi senza vergogna”. E tra le voci, anche quella dei ristoratori. Nello specifico, per lo chef Ugo Alciati “è compito di noi ristoratori togliere dall’imbarazzo il cliente nel chiedere di portare a casa il cibo avanzato, soprattutto nei ristoranti da un certo livello in su. Stiamo pensando ad un progetto di promozione culturale che parta dalle scuole, perché innescare buone pratiche a partire dai bambini può essere più semplice che intervenire sugli adulti e spesso i bambini sono in grado di spostare i comportamenti sbagliati degli adulti”.
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Adnkronos.