Videointervista al regista i “Permette? Alberto Sordi”, film prima al cinema e poi su Rai1 che racconta un inedito Alberto Sordi: “Mi sono deciso a fare questo omaggio perché i ragazzi non sanno più chi sia l’Albertone nazionale e nemmeno mio padre”
“Mi sono deciso a fare questo omaggio a Sordi per l’esperienza che avevo fatto con mio padre, Nino Manfredi. Decisi di fare un film dedicato a mio padre quando mi resi conto tra gli amici di mio figlio, allora sedicenne, quasi nessuno sapeva chi fosse Manfredi. E oggi sta succedendo la stessa cosa con Sordi”. A parlare in questa videointervista concessa a Tiscali è Luca Manfredi regista di “Permette? Alberto Sordi” (qui la videointervista allo strordinario protagonista Edoardo Pesce ) (nei cinema il 24, 25, 26 febbraio e il 21 aprile su Rai1) ma anche figlio di un altro grande del nostro cinema, Nino Manfredi. “In un recente sondaggio tra i giovani alla domanda “Chi è l’Albertone nazionale?”, la maggior parte ha risposto uno sciatore, intendendo Alberto Tomba. E un buon numero ha detto un conduttore tv, intendendo Alberto Angela. Ma pochissimi hanno citato Alberto Sordi. E allora credo che sia preciso dovere del servizio pubblico far conoscere questi grandi che sono patrimonio culturale italiano non solo attraverso i loro film che ogni tanto vengono trasmessi ma anche dedicando loro dei film biografici che raccontano chi erano loro nel privato e quanta fatica hanno fatto per diventare gli artisti che tutti conosciamo”.
Edoardo Pesce e Alberto Sordi
Quante porte sbattute in faccia prima del successo
Il film co-prodotto da Rai Cinema e Ocean Productions racconta vent’anni della vita di Alberto Sordi, dalle porte sbattute in faccia e dall’espulsione dall’Accademia dei Filodrammatici a Milano per la sua incorreggibile parlata romana al doppiaggio di Oliver Hardy, di cui diventa l‘inconfondibile voce. Dai palcoscenici del varietà all’amore per Andreina Pagnani e per la sua famiglia sempre molto presente alla grande amicizia con Federico Fellini che lo dirigerà ne “Lo sceicco bianco” e ne “I Vitelloni”, regalandogli la pernacchia più famosa del cinema italiano.
L’interprete delll’italiano medio che non si è mai sposato
“Quello che mi ha sempre impressionato”, racconta Luca Manfredi che ha conosciuto Alberto Sordi da vicino, “è il rapporto strettissimo che Sordi ha sempre avuto con la madre. Come tutti sanno non si è mai sposato. E Fellini raccontò il brutto effetto che gli fece quando alla morte della mamma, Alberto Sordi mandò via tutti, compresi gli addetti dell’impresa funebre e si rinchiuse per 24 ore nella stanza da solo con lei. Un rapporto a dir poco edipico e morboso”.