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La “lentezza esasperante” con cui (non) procede la ricostruzione nelle zone terremotate del Centro Italia, denunciata questa mattina dalla Corte dei conti, è il riassunto eclatante del problema numero uno della politica economica italiana: le sabbie mobili in cui gli annunci delle misure di rilancio sprofondano prima di tradurre in azioni concrete articoli, commi e stanziamenti.
Spazi ridotti per la riduzione del debito pubblico
La questione emerge chiara dall’analisi condotta dai magistrati contabili all’inaugurazione dell’anno giudiziario. In un implicito uno-due, davanti al Capo dello Stato Sergio Mattarella il presidente della Corte, Angelo Buscema, ha ricordato che tra rallentamento congiunturale e rischi economici da Coronavirus gli spazi per avviare davvero la riduzione del debito pubblico si fanno sempre più stretti, e che l’unica via per ridare un po’ di fiato alla crescita e alla finanza pubblica italiana passa da un rilancio reale degli investimenti pubblici.
La lentezza esasperante della ricostruzione
E il procuratore generale, Alberto Avoli, ha denunciato appunto la “lentezza esasperante” della ricostruzione, prodotta da un sistema normativo e amministrativo che non si limita a bloccare le risorse pubbliche, ma sembra far di tutto per frenare anche l’iniziativa dei privati fra procedure infinite e verifiche impossibili.
Strutture amministrative inefficaci
Perché nel suo lavoro la Corte mette le mani nell’attività quotidiana della pubblica amministrazione, lontana dai proclami ministeriali e dagli indirizzi strategici che spesso rimangono lettera morta. E traccia un quadro preoccupante di strutture amministrative inefficaci, che spesso rinunciano in partenza alla loro funzione di stimolo e controllo.
Premi concessi per inaugurazioni fittizie di tratti autostradali
È il caso per esempio delle concessioni, tema di stretta attualità da oltre un anno e mezzo nella battaglia di parole seguita al crollo del ponte Morandi. Mentre la politica continua a discutere e a rilanciare promesse di svolte radicali, le Procure della Corte dei conti hanno trovato addirittura premi concessi per inaugurazioni fittizie di tratti autostradali ancora fermi allo stato di cantiere, in una triste commedia all’italiana. A riprova, se ce ne fosse bisogno, della distanza incolmabile che separa le parole dei fugaci leader politici e la costante realtà immutabile di tanta amministrazione. Per misurare questa distanza, la lettura delle relazioni e di qualche sentenza prodotta dalla Corte è un esercizio utile. E sconfortante.